La Commissione Europea (CE) ha approvato asciminib per il trattamento dei pazienti adulti affetti da leucemia mieloide cronica (LMC) in fase cronica con cromosoma Philadelphia positivo (LMC-CP Ph+).
Asciminib è il primo trattamento per la LMC che agisce mirando in modo specifico alla tasca miristoilica di ABL (Specifically Targeting the ABL Myristoyl Pocket), noto nella letteratura scientifica come inibitore STAMP ed è ora indicato per tutti i pazienti adulti sia di nuova diagnosi, sia precedentemente trattati con tutte le linee di trattamento. Con la nuova indicazione, il farmaco è ora approvato anche nel regime posologico da 80 mg una volta al giorno per tutte le linee di trattamento, oltre al dosaggio da 40 mg due volte al giorno.
L’approvazione segue il parere positivo espresso a ottobre dal Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), basato sui risultati dello studio di fase III ASC4FIRST, che ha confrontato il farmaco con gli inibitori della tirosin-chinasi (TKI) di prima o seconda generazione selezionati (imatinib, nilotinib, dasatinib o bosutinib) in pazienti con LMC-CP Ph+ di nuova diagnosi. Nello studio la terapia ha dimostrato tassi di risposta molecolare maggiore significativamente superiori rispetto a tutti i TKI di confronto (74,1% vs 52%) e al solo imatinib (76,2% vs 47,1%) a 96 settimane. I pazienti trattati hanno inoltre avuto meno eventi avversi non dovendo in tal modo ridurre o interrompere la terapia.
“Oggi, grazie all’inclusione sistematica dei patient-reported outcomes (PROs) negli studi clinici, possiamo valutare non solo l’efficacia dei trattamenti, ma anche il loro impatto sulla vita quotidiana dei pazienti,” ha dichiarato Fabio Efficace, Responsabile Health Outcomes Research Unit e Chair del Working Party Quality of Life della Fondazione GIMEMA. “Nella leucemia mieloide cronica, nonostante i progressi, gli effetti collaterali, anche se di basso grado, possono compromettere in modo significativo la qualità della vita. In questo contesto, diventa fondamentale una scelta terapeutica che possa bilanciare efficacia e tollerabilità. I dati preliminari sui PROs dello studio ASC4FIRST sono molto promettenti e suggeriscono che la nuova terapia possa anche offrire importanti benefici sulla qualità di vita, rafforzando il suo profilo come opzione di valore anche nelle linee più precoci di trattamento”.
Il farmaco è raccomandato per il trattamento dei pazienti con LMC in fase cronica con cromosoma Philadelphia positivo (LMC-CP Ph+) di nuova diagnosi nelle European LeukemiaNet Recommendations 2025 e nelle NCCN Clinical Practice Guidelines in Oncology (NCCN Guidelines®). Dal 2023 il farmaco rappresenta uno standard di cura in Italia per i pazienti precedentemente trattati con due o più TKI. In Italia, l’impiego nelle linee precoci non è al momento rimborsato.
“Nonostante la disponibilità dei TKIs, circa il 20-30% dei pazienti con LMC di nuova diagnosi non raggiunge i principali obiettivi di efficacia entro il primo anno di trattamento; inoltre, la scarsa tollerabilità, oltre a impattare sulla qualità di vita dei pazienti, può compromettere gli esiti della terapia”, ha concluso Massimo Breccia, Professore Associato di Ematologia della Sapienza Università di Roma. “Una buona tollerabilità può favorire l’aderenza terapeutica e aumentare la probabilità di ottenere risposte molecolari profonde e durature, requisiti per la sospensione del trattamento”.