A 15 anni dall'approvazione della Legge 38 del 2010, che sancisce il diritto a non soffrire, il dolore cronico rimane una condizione clinica sottovalutata e spesso mal gestita. In Italia, oltre 10 milioni di persone ne soffrono, con un impatto sulla qualità della vita e sul sistema sanitario. Per affrontare questa emergenza sanitaria, oggi è stato presentato alla Camera dei deputati il "Nuovo Manifesto sul Dolore", un'iniziativa promossa da un'Alleanza di esperti, pazienti e cittadini con l'obiettivo di migliorare la consapevolezza, la formazione e la rete di assistenza per chi convive con questa patologia.
Il Manifesto è sostenuto da importanti enti come l'Associazione Italiana per lo Studio del Dolore (AISD), FederDolore, Fondazione ISAL, la Società Italiana di Medicina Generale (SIMG), Federfarma, Cittadinanzattiva e Fondazione ONDA ETS, e propone tre direttrici fondamentali: diffondere una cultura del dolore cronico per favorirne il riconoscimento e la diagnosi precoce, potenziare la formazione del personale socio-sanitario e rafforzare le reti di terapia del dolore, integrandole meglio con la medicina territoriale.
La Legge 38, che ha sancito il diritto all’accesso alla terapia del dolore, prevede una rete assistenziale dedicata alla terapia del dolore, multidisciplinare e integrata, in grado di garantire una diagnosi tempestiva e tempi adeguati di accesso alle cure, riducendo il numero di interventi inappropriati, effetti indesiderati e complicanze. Ad oggi, tuttavia, la rete non trova ancora un’applicazione omogenea sul territorio nazionale.
“È quantomai necessario sostenere e rafforzare l’informazione per far conoscere e riconoscere il dolore cronico come patologia a sé – e non come sintomo – ad alto impatto impatto esistenziale e in termini di qualità della vita. Promuovere consapevolezza intorno a questi aspetti può contribuire a un’appropriata e tempestiva presa in carico e a tutelare il diritto a non soffrire, dando risposta ai bisogni specifici di cura” ha dichiarato Nicoletta Orthmann, Direttrice medico-scientifica di Fondazione Onda ETS.
“Il paziente con dolore cronico è spesso disorientato nel percorso diagnostico-terapeutico e si trova a dover consultare numerosi specialisti prima di arrivare a un centro specialistico di terapia del dolore, anche con gravi conseguenze psicofisiche oltre che economiche.”, ha dichiarato Gabriele Finco, Past President AISD. “Per questo, è fondamentale rafforzare e diffondere la ‘cultura del dolore’ partendo dai giovani medici e coinvolgendo tutti i professionisti socio-sanitari. È urgente investire nella formazione sugli aspetti fisiopatologici, sociali e psicologici del dolore cronico, essenziali per una corretta gestione del paziente”.