Il World Alzheimer Report 2025, diffuso da Alzheimer’s Disease International (ADI) e presentato in Italia dalla Federazione Alzheimer in occasione della Giornata Mondiale, pone la riabilitazione cognitiva e psicosociale come parte integrante e non accessoria della presa in carico delle persone con demenza.
Il documento si allinea alle linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che già indicano il valore degli interventi riabilitativi accanto ai farmaci. ADI sollecita i governi a includere sistematicamente la riabilitazione nei Piani nazionali sulla demenza, in coerenza con il Global Action Plan on Dementia dell’Oms.
Tra le priorità:
• programmi di training cognitivi per memoria, attenzione e funzioni esecutive, in particolare nelle fasi iniziali;
• esercizio fisico e attività creative;
• terapia della reminiscenza;
• sviluppo della teleriabilitazione, per raggiungere chi vive lontano dai centri specializzati;
• formazione di terapisti e coinvolgimento attivo dei caregiver.
Impatto su pazienti, caregiver e sistemi sanitari
Il report sottolinea che la riabilitazione è un diritto umano, in linea con la Convenzione ONU sulle disabilità, e rappresenta un investimento per la qualità di vita e l’autonomia dei pazienti. Non solo: coinvolgere i caregiver nei percorsi riduce lo stress e migliora l’esperienza di cura.
Dal punto di vista economico, la demenza costa già 1,3 trilioni di dollari l’anno a livello globale, cifra che potrebbe raddoppiare entro il 2030. Investire in programmi riabilitativi può ridurre ricoveri e istituzionalizzazioni, generando risparmi significativi.
«La vita non finisce con la diagnosi – ha ricordato Mario Possenti, segretario generale della Federazione Alzheimer –. Investire nella riabilitazione significa offrire dignità e autonomia, oltre a un sostegno sostenibile per famiglie e sistemi sanitari».
Fonte: World Alzheimer Report 2025, Alzheimer’s Disease International