Oltre un terzo della popolazione mondiale convive con forme di cefalea. Secondo i dati del Global Burden of Disease (GBD) 2021, pubblicati su Cell Reports Medicine, le cefalee rappresentano la seconda malattia più diffusa a livello globale dopo i disturbi del cavo orale, interessando circa 2,8 miliardi di persone in tutto il mondo.
L’analisi mostra un trend in crescita costante: i casi di emicrania, stimati in 1,2 miliardi nel 2021, risultano aumentati del 58,1% rispetto ai 732,6 milioni registrati nel 1990. L’impatto maggiore si osserva tra le donne di età compresa tra 30 e 44 anni, in particolare nei paesi a reddito medio-alto, dove la prevalenza è correlata anche a una maggiore capacità diagnostica e a un più ampio accesso ai servizi sanitari.
Tra le diverse tipologie, la cefalea tensiva si conferma la condizione specifica più comune, con circa 2 miliardi di individui colpiti, seguita dall’emicrania, che riguarda 1,2 miliardi di persone. I disturbi cefalalgici costituiscono inoltre la terza causa principale di anni vissuti con disabilità (YLD) tra tutte le condizioni patologiche, preceduti solo da lombalgia e disturbi depressivi.
Le proiezioni indicano che entro il 2050 gli anni vissuti con limitazioni fisiche attribuibili all’emicrania raggiungeranno quota 52 milioni, rispetto ai 43,4 milioni del 2021. Secondo gli autori dello studio, gli stili di vita moderni, con elevati livelli di stress, attività sedentaria, caffeina, alcol e scarsa qualità del sonno, rimangono fattori scatenanti diffusi di emicranie e mal di testa, che pesano soprattutto sulle donne.