"Chiediamo al ministro Schillaci di farsi portavoce del nostro disagio presso il Mef e le Regioni. Noi assicuriamo il nostro contributo rappresentando le criticità e le necessità che ci segnalano medici da tutta Italia, ma pretendiamo di essere ascoltati e non presi in giro". Così il presidente del sindacato dei medici Cimo-Fesmed, Guido Quici, al termine dell'incontro al ministero della Salute con il ministro Orazio Schillaci. Il presidente Quici ha sottolineato "gli scarsi risultati ottenuti nella bozza di legge di Bilancio: l'abolizione del tetto alla spesa per il personale è del tutto assente, così come risultano non pervenuti il piano straordinario di assunzioni e la defiscalizzazione dell'indennità di specificità medica, mentre le risorse da destinare al Fondo sanitario nazionale sono diluite in più anni, come se la crisi della sanità pubblica potesse essere risolta a rate".
E' stata anche evidenziata "la carenza di una visione generale del futuro del Servizio sanitario nazionale, senza la quale le risorse stanziate non saranno mai sufficienti, soprattutto se si considera che le Regioni non utilizzano interamente i fondi che hanno a disposizione o li destinano per finalità diverse da quelle previste", si legge nella nota della Cimo-Fesmed. A tal proposito, la federazione "vorrebbe conoscere i risultati del tavolo di lavoro sulla riforma della rete ospedaliera e della sanità territoriale (Dm 70 e Dm 77), a cui sedevano anche i sindacati, ma di cui non si hanno più tracce".
Quici ha inoltre richiesto l'emanazione dell'atto di indirizzo "necessario ad avviare la trattativa per il rinnovo del contratto dei dirigenti medici 2022-2024 e lo sblocco della contrattazione per i medici dipendenti delle strutture sanitarie private accreditate afferenti all'Aiop, che attendono da quasi 20 anni il nuovo Ccnl e che hanno proclamato uno sciopero nazionale per il prossimo 4 dicembre".
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Anaao che sottolinea come "pur apprezzando e riconoscendo l'impegno del ministro della Salute sulle maggiori risorse da assegnare alla voce 'indennità di specificità medica e sanitaria', ma la strada intrapresa per raggiungere l'obiettivo non ci trova d'accordo. Avevamo infatti chiesto che questa voce fosse defiscalizzata e invece ci viene riproposto il suo incremento, peraltro modesto quanto incerto, che, se pure accordato, una volta tassato diventerebbe ridicolo".
Il sindacato dei medici dirigenti del Servizio sanitario nazionale non comprende "la ratio di questa scelta dal momento che il costo per lo Stato della defiscalizzazione sarebbe minore rispetto all'aumento in busta paga. Se parlassimo di 200 euro al mese nette in più potremmo essere d'accordo, ma dal momento che le risorse a disposizione sono esigue, non possiamo che rifiutare le briciole".
L'Anaao ha poi ribadito la necessità di "un generale incremento delle risorse economiche finalizzate al contenimento delle fughe dal sistema, fughe che vedono nelle scadenti condizioni di lavoro e nei bassi salari le due cause principali dell'esodo".
"Il perdurare di un blocco delle assunzioni, che colpisce più duramente i sanitari turnisti, la scarsa attenzione alla depenalizzazione dell'atto medico e la mancanza di chiarezza sull'integrazione dei medici in formazione e specialistica - afferma Flavio Civitelli, vice segretario nazionale vicario dell'associazione - confermano un atteggiamento di scarsa attenzione e interesse verso la salute che rappresenta la prima preoccupazione degli italiani, ma, a quanto pare, l'ultima tra quelle del Governo".