Secondo i risultati di uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, negli uomini con ipogonadismo e rischio accertato o elevato di malattie cardiovascolari, la terapia sostitutiva con testosterone non è inferiore al placebo per quanto riguarda il verificarsi di eventi cardiaci avversi maggiori.
«Studi controllati hanno dimostrato che l'uso del testosterone negli uomini anziani migliora la funzione sessuale, aumenta la densità minerale ossea volumetrica e areale, corregge l'anemia inspiegabile e riduce moderatamente i sintomi depressivi» spiega
Michael Lincoff, della Cleveland Clinic, negli Stati Uniti, primo autore dello studio.
«Tuttavia, poiché la carenza di testosterone non è una condizione pericolosa per la vita, l'incertezza sugli esiti cardiovascolari pesa sulle decisioni di trattamento da parte di medici e pazienti» prosegue l'esperto.
I ricercatori hanno studiato 5.246 uomini di età compresa tra 45 e 80 anni con malattie cardiovascolari preesistenti o ad alto rischio di svilupparle, e che mostravano sintomi di ipogonadismo, con due misurazioni di testosterone a digiuno inferiori a 300 ng/dL. La maggior parte delle persone con malattie cardiovascolari preesistenti aveva una storia di malattia coronarica. Solo 15 pazienti erano stati precedentemente sottoposti a terapia con testosterone. I pazienti sono stati randomizzati a ricevere quotidianamente gel di testosterone transdermico all'1,62%, in dose aggiustata per mantenere i livelli di testosterone tra 350 e 750 ng/dL, o gel placebo. A un follow-up medio di 33 mesi, l'endpoint cardiovascolare primario, ovvero la prima occorrenza di qualsiasi componente di un esito composito di morte per cause cardiovascolari, infarto miocardico non fatale o ictus non fatale, si è verificato nel 7% dei pazienti nel gruppo testosterone rispetto al 7,3% di quelli nel gruppo placebo. Tuttavia, la terapia sostitutiva con testosterone rispetto al placebo è stata associata a un aumento di rischio di fibrillazione atriale (3,5% rispetto a 2,4%), danno renale acuto (2,3% rispetto a 1,5%) ed embolia polmonare (0,9% rispetto a 0,5%).
«I nostri risultati sulla sicurezza cardiovascolare del testosterone possono facilitare la discussione dei potenziali benefici e rischi di questa terapia con uomini di mezza età e anziani con ipogonadismo» concludono gli autori.
New England Journal of Medicine 2023. Doi: 10.1056/NEJMoa2215025
http://doi.org/10.1056/NEJMoa2215025