Enti regolatori
12/06/2023

Congresso Asco, Nsclc: approcci con campi elettrici a bassa intensità, immuno/chemioterapia e agenti tirosin-chinasici

A Chicago, in occasione del congresso annuale 2023 dell'American society of clinical oncology (Asco), sono stati presentati i risultati positivi dello studio clinico di fase 3 Lunar per la valutazione dell'uso della terapia dei campi di trattamento dei tumori (Tumor Treating Fields, TTFields) in combinazione con terapie standard nel trattamento del tumore polmonare non a piccole cellule (Nsclc).
I TTFields rappresentano una modalità terapeutica antitumorale emergente non invasiva che comporta la somministrazione transcutanea di campi elettrici alternati a bassa intensità (1-3 V/cm), frequenza intermedia (100-300 kHz) (l'approccio è anche noto come terapia del campo elettrico alternato) che esercitano una forza biofisica su molecole cariche e polarizzabili note come dipoli. Gli effetti benefici della terapia con TTFields sono influenzati dalla durata del trattamento (con evidenza che l'applicazione >18 ore die migliora la sopravvivenza), l'intensità del campo elettrico (quando l'aumento dell'intensità conferisce una maggiore riduzione della proliferazione cellulare) e la frequenza del campo elettrico, che varia a seconda dei vari tipi di cancro. Lo studio Lunar ha raggiunto l'endpoint primario con un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo di 3 mesi della sopravvivenza mediana globale (Os) a seguito dell'aggiunta del trattamento TTFields alle terapie standard (HR: 0,74, P=0,035). In particolare, i pazienti randomizzati a ricevere la terapia TTFields in combinazione con i trattamenti standard (n=137) hanno mostrato una Os mediana di 13,2 mesi rispetto ai 9,9 mesi dei pazienti trattati con i soli trattamenti standard (n=139). È stato riscontrato un notevole beneficio in termini di Os a seguito della terapia TTFields nel sottogruppo trattato con un inibitore del checkpoint immunitario (Ici). I pazienti randomizzati a ricevere la terapia TTFields e un trattamento Ici a scelta del medico (n=66) hanno mostrato una Os mediana di 18,5 mesi rispetto a una Os mediana di 10,8 mesi nei pazienti trattati con solo Ici (n=68; HR=0,63; P=0,03). I pazienti randomizzati a ricevere la terapia TTFields in combinazione con docetaxel (n=71) hanno mostrato un trend di sopravvivenza positivo con una Os mediana di 11,1 mesi rispetto agli 8,7 mesi dei pazienti trattati con solo docetaxel (n=71). La terapia TTFields è stata ben tollerata, senza tossicità sistemica aggiuntiva e rari eventi avversi di grado 3 (nessuno di grado 4 o 5) correlati al dispositivo. «I risultati dello studio Lunar sono estremamente incoraggianti» commenta la responsabile dello studio, Ticiana Leal, ricercatrice e oncologa presso il Winship Cancer Institute della Emory University di Atlanta, nonché professore associato e direttore del Programma di Oncologia medica toracica presso il Reparto di Ematologia e Oncologia medica della Emory University School of Medicine della stessa città. «Lo studio Lunar è il primo, in oltre sette anni, a dimostrare un miglioramento significativo della sopravvivenza globale del Nsclc metastatico dopo chemioterapia a base di platino. Questo progresso e il potenziale di questa terapia innovativa sono positivi perché aiuteranno molti pazienti con tumore polmonare metastatico che necessitano di nuove opzioni terapeutiche dopo la terapia a base di platino, senza tossicità sistemica aggiuntiva». Le caratteristiche del baseline erano ben bilanciate tra le coorti: l'età mediana era di 64 anni (range: 22-86), il 65% dei pazienti era di sesso maschile e il 96% dei pazienti presentava un performance status ECOG di 0-1. L'arruolamento dei pazienti è avvenuto in siti del Nord America (30%), Europa occidentale (30%), Europa orientale (30%) e Asia orientale (9%). Il tasso di sopravvivenza a un anno nei pazienti sottoposti a terapia TTFields in combinazione con le terapie standard era del 53% rispetto al 42% relativo ai pazienti trattati con le sole terapie standard (P=0,04). Un'analisi landmark sulla sopravvivenza a tre anni nei pazienti sottoposti alla terapia TTFields in combinazione con le terapie standard ha dimostrato un miglioramento quasi tre volte più elevato, che sale al 18% rispetto al 7% dei pazienti trattati con le sole terapie standard (P=0,015). La sopravvivenza mediana libera da progressione (Pfs) per i pazienti trattati con la terapia TTFields in combinazione con le terapie standard è stata di 4,8 mesi rispetto a 4,1 mesi nei pazienti trattati con le sole terapie standard. Nel gruppo dei pazienti randomizzati, l'89% aveva ricevuto una precedente linea di terapia sistemica e il 31% era stato trattato con un Ici (il 58% dei pazienti randomizzati nella coorte docetaxel e il 2% dei pazienti randomizzati nella coorte Ici). I Tumor proportion score (Tps) erano disponibili per 151 pazienti a livello globale (55%) e risultavano ben bilanciati tra le coorti. Tra tutti i pazienti trattati con Ici e con Tps rilevati, il 63% presentava un'espressione >1% di Pd-L1, un valore in linea con i dati del mondo reale. I dati sull'espressione di Pd-L1 sono stati raccolti nell'83% dei pazienti (69 pazienti su 83) arruolati presso i siti statunitensi e risultavano ben bilanciati tra le quattro coorti. Si prevede che i dati dello studio clinico LUNAR serviranno come base per la presentazione di un'approvazione pre-market (PMA) alla Food and Drug Administration statunitense nella seconda metà del 2023.
Varie altre importanti novità relative al trattamento del Nsclc sono state presentate all'Asco. È emerso, per esempio, che nel tumore del polmone in stadio precoce l'immunoterapia con pembrolizumab (anti-Pd-1), prima e dopo l'intervento chirurgico, migliora la sopravvivenza libera da eventi e riduce il rischio di recidiva. Lo hanno dimostrato i risultati positivi dello studio registrativo di fase 3 Keynote-671 che ha valutato pembrolizumab come regime di trattamento perioperatorio, comprendente il trattamento prima dell'intervento chirurgico (neoadiuvante) e dopo la chirurgia (adiuvante), per i pazienti con Nsclc resecabile in stadio II, IIIA o IIIB. Al follow-up mediano di 25,2 mesi, pembrolizumab neoadiuvante più chemioterapia seguito da resezione e pembrolizumab adiuvante come agente singolo hanno migliorato significativamente la sopravvivenza libera da eventi (Efs), riducendo il rischio di recidiva, progressione o morte del 42% nei pazienti con Nsclc resecabile in stadio II, IIIA o IIIB, rispettoal placebo e chemioterapia neoadiuvanti seguiti da placebo adiuvante. Nei pazienti trattati con pembrolizumab, la sopravvivenza mediana libera da eventi (Efs) non è stata raggiunta (95% CI, 34,1-NR) rispetto a 17 mesi (95% CI, 14,3-22) di sopravvivenza per quelli trattati con la sola chemioterapia. Lo studio prosegue per consentire un ulteriore follow-up della Os, che rappresentava l'altro endpoint primario. Una tendenza favorevole di Os è stata osservata per il regime con pembrolizumab rispetto alla chemioterapia preoperatoria (HR=0,73 [95% CI, 0,54-0,99] p=0.02124); con soli 177 eventi questi dati di Os non sono maturi e non hanno raggiunto la significatività statistica al momento dell'analisi ad interim. Il profilo di sicurezza del regime con pembrolizumab è risultato in linea con il profilo di sicurezza nel Nsclc negli stadi precoci e in quello metastatico. In un'analisi di sottogruppo, il miglioramento della Efs con il regime pembrolizumab è risultato consistente nei sottogruppi indipendentemente sia dall'espressione di Pd-L1, sia dall'istologia che dallo stadio. Nonostante il raggiungimento della risposta patologica completa (pCr) sia un fattore predittivo di miglior outcome, l'analisi di sottogruppo esplorativa ha mostrato che la riduzione del rischio di recidiva, progressione o morte (Efs) con il regime pembrolizumab perioperatorio è stata osservata sia nei pazienti con pCR (HR=0,33 [95% CI, 0,09-1,22]), sia nei pazienti senza pCR (HR=0,69 [95% CI, 0,55-0,86]). «Storicamente, più della metà dei pazienti con stadi precoci di Nsclc rimosso chirurgicamente va incontro a recidiva» spiega Federico Cappuzzo, direttore Oncologia medica 2, Istituto nazionale tumori 'Regina Elena' di Roma. «I risultati dello studio Keynote-671 mostrano che il regime a base di pembrolizumab, prima e dopo l'intervento chirurgico, riduce significativamente il rischio di recidiva, progressione o morte del 42% rispetto alla chemioterapia preoperatoria, indipendentemente dall'espressione di Pd-L1 e in presenza o meno di risposta patologica completa. Questi dati di Efs sono molto incoraggianti e supportano il potenziale di questo approccio perioperatorio per i pazienti con Nsclc resecabile di stadio II, IIIA o IIIB, che sono trattati con intento curativo. I dati dello studio Keynote-671 sono significativi non solo per i pazienti e gli oncologi» aggiunge Cappuzzo «ma anche per i chirurghi toracici, vista la necessità di nuove opzioni terapeutiche che possano migliorare la Efs nel Nsclc in stadio II, IIIA o IIIB. In particolare, i risultati hanno dimostrato che il regime perioperatorio basato su pembrolizumab non ha influito sull'opportunità di una resezione completa e i miglioramenti sono stati osservati indipendentemente dal raggiungimento di una risposta patologica completa. Emerge quindi il ruolo chiave del team multidisciplinare per l'adeguata selezione e per la corretta gestione dei pazienti con tumore polmonare».
I risultati positivi dello studio di fase 3 Adaura hanno mostrato che osimertinib ha prodotto un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della Os rispetto a placebo, nel trattamento adiuvante del Nsclc in stadio precoce (IB, II e III A) che presenta mutazioni del recettore del fattore di crescita epidermico (Egfr), a seguito di resezione radicale. Osimertinib ha ridotto il rischio di morte del 51% rispetto a placebo, sia nella popolazione dell'analisi primaria (stadio II-IIIA), che nella popolazione complessiva dello studio (Stadio IB-IIIA). Nella popolazione dell'analisi primaria, l'85% dei pazienti trattati con osimertinib è vivo a cinque anni rispetto al 73% dei pazienti trattati con placebo. Nella popolazione complessiva dello studio, l'88% dei pazienti trattati con osimertinib è vivo a cinque anni, rispetto al 78% di quelli trattati con placebo. La Os mediana non è stata raggiunta sia nel braccio sperimentale che nel gruppo di controllo. I pazienti trattati con placebo che hanno sviluppato malattia metastatica hanno avuto l'opportunità di ricevere osimertinib come trattamento successivo. «Negli stadi precoci di malattia l'intento del trattamento è curativo» spiega Filippo de Marinis, direttore della divisione di Oncologia toracica dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano e ricercatore principale dello studio Adaura per l'Italia. «La tradizionale chemioterapia non riesce a impattare in maniera significativa sulla diminuzione del rischio di recidiva di malattia locale o a distanza in percentuali superiori al 5%. Questi nuovi risultati dello studio Adaura dimostrano che quasi il 90% dei pazienti con Nsclc in stadio iniziale trattati con osimertinib è vivo a 5 anni, con una riduzione del rischio di morte del 51%. La rilevanza di questi dati è senza precedenti: osimertinib è il primo inibitore tirosin-chinasico dell'EGFR a dimostrare un beneficio in sopravvivenza complessiva nel setting adiuvante nei pazienti con Nsclc EGFR-mutato e sottoposti a chirurgia radicale. Risultati ancora più importanti se si considera che, nella malattia operabile, la sopravvivenza a 5 anni diminuisce dal 73% nello stadio IB fino al 41% nel IIIA. Il beneficio di osimertinib si estende a tutti i sottogruppi di pazienti. Infatti, negli stadi II-IIIA la sopravvivenza a 5 anni ha raggiunto l'85%. I risultati di Adaura rinforzano ulteriormente il beneficio di osimertinib quale standard di cura dopo la chirurgia nei pazienti con malattia in stadio precoce e positivi alla mutazione di Egfr». Circa il 10-15% dei pazienti con Nsclc negli Stati Uniti e in Europa, e il 30-40% dei pazienti in Asia presenta Egfr-mutato Nsclc. Questi pazienti sono particolarmente sensibili al trattamento con inibitori della tirosin-chinasi dell'Egfr (Egfr-Tki) che blocca le vie di segnalazione cellulare che guidano la crescita delle cellule tumorali. Osimertinib è un Egfr-Tki irreversibile di terza generazione con un beneficio clinico comprovato nel Nsclc, anche a livello delle metastasi a carico del sistema nervoso centrale. Osimertinib (in compresse orali da 40 mg e da 80 mg) è stato utilizzato per il trattamento di più di 700.000 pazienti in varie indicazioni in tutto il mondo. «Nel 2022, in Italia, sono stati stimati quasi 44 mila nuovi casi di carcinoma polmonare» afferma Saverio Cinieri, presidente Associazione italiana di oncologia medica (Aiom). La maggior parte dei pazienti con tumore resecabile sviluppa una recidiva nonostante la resezione completa del tumore e la chemioterapia adiuvante. Inoltre, solo il 73% dei pazienti in Stadio IB e il 56-65% di quelli in Stadio II sopravvive a cinque anni. La percentuale scende al 41% nei pazienti in Stadio IIIA, il che dimostra una elevata necessità medica insoddisfatta. «Circa il 30% dei pazienti colpiti da Nsclc riceve una diagnosi di malattia abbastanza precocemente da poter essere sottoposto a intervento chirurgico con intento radicale. Ciononostante, la recidiva è ancora frequente nel tumore agli stadi iniziali. Per questa ragione accogliamo positivamente i risultati dello studio Adaura, a conferma ulteriore dei grandi progressi che sta compiendo la ricerca in oncologia. È importante il ruolo rivestito da terapie mirate ed efficaci come osimertinib che portano di fatto a un miglioramento del percorso terapeutico del paziente e aumentano le possibilità di sopravvivenza a lungo termine. La chirurgia rimuove il carcinoma e taglia al livello macroscopico, ma non riesce a incidere su quello microscopico» riprende de Marinis. «Resta, cioè, un 'microscopico invisibile' rappresentato dalle micrometastasi, che si muovono nel sangue e nella linfa e incidono sulla ricaduta locale o a distanza della malattia nel tempo. Circa la metà dei pazienti con tumore di stadio I-II e tre quarti dei pazienti di stadio III presentano una recidiva a cinque anni dall'intervento. La disponibilità di osimertinib rende necessario eseguire, in tutti i pazienti operati, l'esame molecolare per verificare l'alterazione del gene Egfr, perché così possiamo individuare i pazienti candidabili alla terapia mirata». La sicurezza e tollerabilità di osimertinib al follow-up esteso è risultata in linea con il profilo consolidato e con le analisi precedenti, senza nuove segnalazioni di sicurezza. Gli eventi avversi di Grado superiore a 2 per tutte le cause si sono verificati nel 23% dei pazienti nel braccio con osimertinib rispetto al 14% in quello con placebo.
Annunciati anche i risultati del follow-up a quattro anni dello studio di fase 3 CheckMate -9La che dimostrano benefici duraturi a lungo termine con nivolumab più ipilimumab e due cicli di chemioterapia rispetto a quattro cicli di sola chemioterapia, nei pazienti con Nsclc metastatico non trattati precedentemente. CheckMate -9La è stato uno studio globale multicentrico randomizzato di fase 3, in aperto, per la valutazione di nivolumab (360 mg ogni 3 settimane) più ipilimumab (1 mg/kg ogni 6 settimane) associati a chemioterapia (due cicli), confrontati con la sola chemioterapia (fino a 4 cicli seguiti da terapia di mantenimento opzionale con pemetrexed ove possibile) come trattamento di prima linea nei pazienti con Nsclc indipendentemente dall'espressione di Pd-L1 e dall'istologia. I pazienti nel braccio sperimentale (n=361) sono stati trattati con la duplice immunoterapia fino a due anni o fino a progressione della malattia o tossicità inaccettabile. I pazienti nel braccio di controllo (n=358) hanno ricevuto fino a 4 cicli di chemioterapia e terapia di mantenimento opzionale con pemetrexed (se possibile) fino a progressione di malattia o tossicità inaccettabile. L'endpoint primario dello studio era la Os nella popolazione intent-to-treat (Itt). Gli endpoint secondari, nell'ordine, comprendevano la Pfs e il tasso di risposta globale (Orr) e lo studio ha valutato anche le misure di efficacia in base ai biomarcatori. Nell'attuale presentazione, al follow-up minimo di 47,9 mesi, l'associazione basata sulla duplice immunoterapia ha continuato a prolungare la Os, endpoint primario dello studio, con il 21% dei pazienti trattati con nivolumab più ipilimumab e due cicli di chemioterapia vivi a quattro anni rispetto al 16% dei pazienti trattati con la sola chemioterapia. Al follow-up esteso, il beneficio di efficacia clinicamente significativo di nivolumab più ipilimumab e due cicli di chemioterapia si è mantenuto negli endpoint secondari e nei sottogruppi di pazienti con espressione tumorale di Pd-L1 inferiore all'1% e istologia squamosa, che rappresentano principalmente quelli con elevato bisogno clinico non soddisfatto. Tra i pazienti con espressione tumorale di Pd-L1 <1%, il tasso di Os era del 23% per quelli trattati con l'associazione basata sulla duplice immunoterapia rispetto al 13% per la sola chemioterapia, il che rappresenta una riduzione del 34% del rischio di morte. Tra i pazienti con istologia squamosa, il doppio di quelli trattati con nivolumab più ipilimumab e chemioterapia era vivo a quattro anni rispetto a quelli trattati con la sola chemioterapia (20% rispetto al 10%). In questo gruppo, l'associazione basata sulla duplice immunoterapia ha ridotto il rischio di morte del 36% rispetto alla sola chemioterapia. Al follow-up esteso dello studio CheckMate -9LA non sono stati osservati nuovi segnali di sicurezza con nivolumab più ipilimumab e due cicli di chemioterapia.«I risultati duraturi osservati in quattro anni con nivolumab più ipilimumab e chemioterapia, specialmente nei pazienti con prognosi sfavorevole, dimostrano i benefici a lungo termine della associazione della duplice immunoterapia con un ciclo ridotto di chemioterapia per i pazienti con Nsclc avanzato o metastatico, che resta una malattia particolarmente complessa da trattare» afferma David P. Carbone, sperimentatore dello studio CheckMate -9La e direttore del Thoracic oncology center al The Ohio State University comprehensive cancer center - James Cancer Hospital and Solove research institute, a Columbus. «I dati nei pazienti con espressione tumorale di Pd-L1 inferiore all'1% e istologia squamosa sono particolarmente incoraggianti, perchè mostrano che la terapia di associazione continua a ridurre il rischio di morte di circa un terzo rispetto alla sola chemioterapia a quattro anni di follow-up nei gruppi di pazienti che storicamente hanno esiti peggiori».
Se l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui
nostri canali social seguendoci su:
Oppure rimani sempre aggiornato in ambito farmaceutico iscrivendoti alla nostra Newsletter!
POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE
La comunicazione è stata fatta ai medici che possono informare e sensibilizzare i pazienti che assumono il farmaco e intercettare precocemente i sintomi di agranulocitosi
La combinazione di immunoterapie nivolumab-relatlimab è rimoborsabile come terapia di prima linea del melanoma avanzato negli adulti e adolescenti

Resta aggiornato con noi!
La tua risorsa per news mediche, riferimenti clinici e formazione.

I più letti della settimana
CODIFA
Farmaci, integratori, dispositivi medici, prodotti veterinari e tanto altro. Digita il marchio, il principio attivo o l'azienda del prodotto che stai cercando.
ANNUNCI
Offro lavoro | Tutta Italia
Baxter is looking for a Sales Representative.The Sales Representative is responsible for guaranteeing the promotion of a clients’ portfolio, managing...

EVENTI
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE NELLA GESTIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE
L’impatto dell’Intelligenza Artificiale (AI) e dei Big Data nel settore sanitario è innegabile. L’AI sta rivoluzionando la scoperta di farmaci,...

AZIENDE
New Era for Rare
Immagine in evidenza Le malattie rare presentano sfide uniche e complesse che possono portare a bisogni insoddisfatti nei pazienti e nelle loro famiglie,...

Libreria
Il manuale è stato scritto per colmare una...
La radiologia senologica incarna un ramo dell'imaging di...
Negli ultimi anni, i progressi scientifici e clinici...
Questo manuale offre una panoramica aggiornata sul ruolo...
Questo testo vuole aiutare a comprendere la legge...
Corsi
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE NELLA GESTIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE

L’impatto dell’Intelligenza Artificiale (AI) e dei Big Data nel settore sanitario è innegabile. L’AI sta&nbsp;rivoluzionando la scoperta di farmaci, la...


Social media in medicina. Al via nuovo corso di formazione Fad

Edra, sempre attenta a garantire una formazione completa e adeguata alle esigenze del sistema salute, ha progettato il nuovo corso...


Progettare la cura con la medicina narrativa. Strumenti per un uso quotidiano

Introdurre la Medicina Narrativa nella progettazione dei percorsi di cura. Integrare la narrazione nel sistema cura e nel sistema persona...


Il rapporto con il paziente: rapporti legali ed emozionali

3 Corsi per 25 crediti ECMCorso 1: La medicina narrativa nella pratica di cura Corso 2: Progettare la cura con...