
Dal 2026, quando case e ospedali di comunità saranno operativi, "si dovrà rivisitare la reteospedaliera evitando inutili doppioni e chiudendo i piccoli ospedali e i Pronto soccorso con pochi accessi. Sarà un processo complesso e impopolare, ma necessario: i cittadini devonocomprendere che le piccole strutture ospedaliere, benché più vicine, possono essere pericolose, perché non possono permettersi macchinari innovativi e nuovi farmaci e perché il personale non ha abbastanza esperienza nel trattare alcune malattie". Questa la proposta del sindacato dei medici dipendenti del Ssn Federazione CIMO-FESMED, cui aderiscono CIMO, FESMED, ANPO-ASCOTI e CIMOP.
Potenziata l'assistenza territoriale, così come previsto dal PNRR e dal Dm 71, gli ospedali dovranno dunque accogliere solo i pazienti con acuzie, che necessitano di interventi chirurgici o terapeutici ad alta intensità. Malati cronici, visite specialistiche di primo livello, esami e servizi diagnostici -sottolinea il sindacato - dovranno invece essere gestiti dalle neonate case e ospedali di comunità, rendendo quindi inutile, rischioso ed estremamente dispendioso mantenere aperti gli ospedali più piccoli. E in ogni area sarà dunque necessario scegliere se puntare sulle strutture di comunità o sugli ospedali periferici. Una selezione che si impone a maggior ragione nello scenario attuale, in cui la carenza di personale sanitario costringe i professionisti a turni massacranti e a continui spostamenti tra strutture della stessa azienda, spesso distanti decine di chilometri, per mantenere tutti i servizi aperti"Se non ci sono piloti, gli aerei non decollano: non vedo perché la stessa logica non possa essere seguita anche in un settore delicato come quello della salute - dichiara
Guido Quici, Presidente della Federazione CIMO-FESMED -. E se oggi, in assenza di un'adeguata sanità territoriale, molti di questi ospedali periferici sono di fatto un punto di riferimento imprescindibile per la popolazione, occorre capire come dal 2026 le loro funzioni saranno trasferite alle strutture di comunità".