Doppia approvazione in Europa per guselkumab, inibitore dell’interleuchina-23 (IL-23) completamente umano sviluppato da Johnson & Johnson, per il trattamento delle malattie infiammatorie croniche dell’intestino. In particolare, la Commissione europea (CE) ha approvato il farmaco per il trattamento di pazienti adulti con colite ulcerosa (CU) e con malattia di Crohn (CD) attive di grado da moderato a severo che hanno avuto una risposta inadeguata, hanno perso la risposta o sono risultati intolleranti alla terapia convenzionale o al trattamento biologico. Per quanto riguarda il trattamento di induzione per la CD, l’autorizzazione riguarda entrambe le modalità di somministrazione sia endovenosa che sottocutanea, previste dal programma di sviluppo clinico.
Guselkumab è il primo inibitore dell’IL-23 con doppio meccanismo d’azione in grado di bloccare selettivamente la subunità p19 dell'IL-23, e legarsi al recettore CD64 presente sulle cellule che producono l’IL-23. L’IL-23 è una citochina secreta dai monociti/ macrofagi attivati e dalle cellule dendritiche, responsabili dell’infiammazione alla base delle malattie immuno-mediate tra cui la CU e la CD. Le malattie infiammatorie croniche dell’intestino (IBD) impattano più di 4 milioni di persone in Europa.
Oltre a queste due nuove indicazioni, guselkumab è approvato anche per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a severa in pazienti adulti che sono candidati ad una terapia sistemica e dell’artrite psoriasica attiva in pazienti adulti con hanno avuto una risposta inadeguata o che hanno mostrato intolleranza a una precedente terapia con farmaci antireumatici modificanti la malattia.
L’approvazione europea si è basata sui risultati del programma QUASAR per la valutazione dell’efficacia e della sicurezza di guselkumab in pazienti adulti con colite ulcerosa (CU) attiva di grado da moderato a severo che hanno avuto una risposta inadeguata, hanno perso la risposta o sono risultati intolleranti alla terapia convenzionale o al trattamento biologico.
Inoltre, gli studi di fase 3 GALAXI e GRAVITI che hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di guselkumab nel trattamento di pazienti adulti con malattia di Crohn (CD) attiva di grado da moderato a severo che hanno avuto una risposta inadeguata, hanno perso la risposta o sono risultati intolleranti alla terapia convenzionale o al trattamento biologico. Nel complesso, gli studi hanno mostrato che guselkumab somministrato per via endovenosa nella fase di induzione e per via SC in quella di mantenimento ha un’efficacia alla settimana 48 superiore in termini di risposta e di remissione endoscopica rispetto a ustekinumab.
«Il trattamento con guselkumab ha offerto sollievo dalla disabilità che compromette la qualità della vita dei pazienti con colite ulcerosa», dichiara Alessandro Armuzzi, Professore ordinario di gastroenterologia, Humanitas University, Pieve Emanuele (MI); Responsabile Unità di Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (UO IBD), Istituto Clinico Humanitas, Rozzano (MI). «Questa approvazione rappresenta davvero un passo avanti significativo nella gestione di questa malattia».
«Nonostante i progressi fatti nella gestione della malattia di Crohn, molti pazienti vivono ancora con sintomi debilitanti derivanti da questa malattia e necessitano di nuove opzioni terapeutiche», afferma Silvio Danese direttore dell’Unità di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e professore ordinario di Gastroenterologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele. «La nuova approvazione di guselkumab rende disponibile un inibitore dell’Il-23 che ha mostrato importanti tassi di remissione endoscopica. La possibilità di avere un regime completo a somministrazione sottocutanea in entrambe le fasi del trattamento offre a clinici e pazienti una maggiore scelta e flessibilità terapeutica».