Nessun accordo in Conferenza Stato-Regioni sul decreto che introduce i poteri sostitutivi del Governo in materia di liste d’attesa sanitarie. Le Regioni avevano chiesto il rinvio del punto, ma l’Esecutivo ha deciso di andare avanti: il mancato accoglimento della richiesta ha portato alla mancata intesa sullo schema di Dpcm.
Si apre ora una fase di mediazione di 30 giorni, al termine della quale, in caso di mancato accordo, il Governo potrà approvare il provvedimento in Consiglio dei Ministri, motivandone la decisione.
Il decreto, già al centro del confronto tra Regioni e ministero della Salute, prevede che l’Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria, istituito presso il ministero, possa intervenire direttamente nelle Regioni inadempienti, in due casi: mancata nomina del Responsabile unico regionale dell’assistenza sanitaria (Ruas) entro 90 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento o ripetute inadempienze rispetto agli obiettivi previsti.
Le Regioni chiedono più chiarezza sulle modalità di applicazione del meccanismo e sulla definizione di indicatori precisi che regolino entrata e uscita dalla procedura di commissariamento. In una lettera al ministero della Salute, il coordinatore della Commissione Salute delle Regioni ha chiesto un percorso ispirato a “adeguatezza, progressività, confronto e leale cooperazione”.
Il ministro della Salute Orazio Schillaci, commentando il confronto, ha parlato di “massima collaborazione con le Regioni” e ha ribattuto alle critiche dell’opposizione: “Quando si citano casi singoli, si danneggia il lavoro quotidiano delle nostre strutture. Alcune Regioni, come Liguria, Basilicata, Lombardia, Lazio, Piemonte, Marche, Veneto e Toscana, dimostrano che applicando le leggi i risultati arrivano”.
Schillaci ha inoltre criticato chi “preferisce i gettonisti al personale del servizio sanitario pubblico” e chi “non integra le agende nel CUP unico regionale o non trasmette i dati sul monitoraggio”, parlando di “propaganda senza reali argomenti”.
Le Regioni, da parte loro, hanno confermato la disponibilità al dialogo per trovare un’intesa entro i tempi previsti.