Si tiene oggi il confronto tra Regioni e ministero della Salute sul tema delle liste d’attesa. Al centro della discussione, il decreto che attribuisce poteri sostitutivi al Governo in caso di inadempienze regionali. Al momento non c’è conferma che lo schema di Dpcm sul tema sarà portato in Conferenza Stato-Regioni, ma il confronto potrebbe rappresentare un punto di svolta nel braccio di ferro in corso da settimane.
Il decreto prevede che il ministero della Salute, attraverso l’Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria, possa intervenire direttamente nelle Regioni inadempienti. Il potere sostitutivo scatterebbe in caso di mancata nomina del responsabile unico regionale dell’assistenza sanitaria (Ruas) entro 90 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento o in presenza di ripetute inadempienze. Le Regioni chiedono di poter discutere il meccanismo e il suo impatto.
In vista dell'incontro, il coordinatore della Commissione Salute delle Regioni ha inviato una lettera al ministero della Salute chiedendo di “individuare un percorso procedurale per l’attuazione della norma primaria ispirato ai canoni dell’adeguatezza, della progressività, del confronto e della leale cooperazione”. Nel documento si chiede anche che vengano stabiliti “indicatori puntuali per le procedure di entrata e uscita dalla ipotesi di commissariamento”, così da garantire certezza e trasparenza nelle modalità di intervento.
Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha dichiarato: “Nessun litigio con Fedriga anzi massima collaborazione. Dall'opposizione mi aspetterei collaborazione concreta più che disinformazione. Quando si controbatte citando il caso singolo, si danneggia solamente il lavoro intenso delle nostre strutture che indubbiamente possono fare meglio ma, a fronte del singolo episodio, erogano giornalmente milioni di prestazioni di qualità”.
Schillaci ha aggiunto: “Viene da chiedersi se all'opposizione interessi davvero che finalmente abbiamo un monitoraggio reale sul fenomeno, e non dati episodici, e che le regioni, che stanno applicando correttamente il decreto 'liste d'attesa', stanno vedendo risultati tangibili. Liguria, Basilicata, Lombardia, Lazio, Piemonte, Marche, Veneto, Toscana, ad esempio, mostrano come i risultati si ottengano quando la serietà coincide con l'applicazione delle leggi. La rabbia verbale di chi si oppone ai nostri sforzi dovrebbe andare verso chi preferisce i gettonisti al personale del servizio sanitario pubblico, verso chi non vuole trasmettere i dati di monitoraggio sui tempi d'attesa, verso chi non integra le agende nel CUP unico regionale, verso chi usa 'liste di galleggiamento' per non mostrare la vera realtà. Invece si preferisce agitare una generica e facile propaganda perché probabilmente non si hanno reali argomenti”.
Le Regioni hanno confermato la disponibilità a continuare il confronto “al fine di pervenire all’intesa sul provvedimento in esame”.