"Io ho sempre incontrato i medici, li incontro quotidianamente e quindi non ho problemi a incontrare né i sindacati dei medici né il rappresentante della Federazione" degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri. "Però un conto è essere il presidente della federazione un conto è fare il sindacato. Quindi vediamo chi incontrare e perché". È quanto ha affermato, a margine dell'evento di presentazione del Rapporto sulle donazioni e i trapianti, il ministro della Salute Orazio Schillaci, rispondendo al presidente della Fnomceo Filippo Anelli che aveva chiesto di aprire un tavolo permanente con le organizzazioni mediche. Sulle richieste dei medici, che nei giorni scorsi hanno paventato lo sciopero a causa della carenza di risorse dedicate ai professionisti, il ministro ha risposto che "in Finanziaria già bollinata dal Mef ci sono 5 miliardi e 100 per l'anno prossimo che è una cifra record. Da sempre ho detto che la vera forza del servizio sanitario nazionale è il capitale umano", ha aggiunto il ministro. "Sappiamo benissimo che non possiamo migliorare il servizio sanitario senza l'ingresso di nuove forze, soprattutto dei giovani, nei vari ruoli, e su questo c'è assolutamente il nostro impegno e la nostra volontà di attuare un piano e un programma di arruolamento di giovani per le varie professioni sanitarie", ha concluso Schillaci.
Sul tema è intervenuto anche il sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed smentendo le voci che stanno circolando in queste ore in merito all’imminente sciopero della categoria. «Sebbene il malcontento e il disagio dei medici siano palpabili, le modalità della protesta non sono ancora state definite, e saranno discusse il prossimo 25 gennaio nel corso di un incontro dei direttivi nazionali delle organizzazioni sindacali più rappresentative dei medici dipendenti e convenzionati» dichiara Guido Quici, Presidente Cimo-Fesmed.
«Come Cimo-Fesmed – aggiunge Quici - intendiamo chiedere alle Istituzioni risposte immediate su alcuni temi che riguardano strettamente la professione: la definizione puntuale di atto medico che ponga un freno al costante task shifting di attività mediche verso altri professionisti sanitari; la depenalizzazione dell’atto medico che consenta ai medici di lavorare serenamente, abbattendo anche i costi della medicina difensiva che ammonta a circa 13 miliardi l’anno; la rivendicazione della presenza di rappresentanti dei medici in tutti gli organi che definiscono l’organizzazione e il funzionamento del Servizio sanitario nazionale».
«Sono questi i temi che porremo all’attenzione dei colleghi a fine mese. Si tratta dunque di argomenti legati strettamente al nostro ruolo, e non di mere rivendicazioni sindacali che saranno discusse in altre sedi, a partire dalla trattativa in Aran per il rinnovo del contratto dei medici dipendenti del SSN che sta per avviarsi» conclude.