All'ospedale Niguarda di Milano in 24 ore lo scorso 19 novembre le équipe chirurgiche hanno eseguito sette interventi di trapianto, tre di cuore, tre di fegato e uno di rene. Due i casi particolarmente complessi. "Uno di questi trapianti - ha detto Andrea Lauterio, direttore facente funzione della Chirurgia Generale e dei Trapianti del Niguarda - è stato infatti possibile grazie all'utilizzo di un organo prelevato da un donatore pediatrico, che è stato poi trapiantato in un ricevente adulto: una situazione senz'altro peculiare, che è stata resa possibile grazie alla grande esperienza del nostro centro e alla piena compatibilità tra donatore e ricevente". "Nelle stesse ore - ha aggiunto - un altro paziente con insufficienza renale cronica allo stadio terminale e in emodialisi è stato sottoposto a trapianto di rene, quest'ultimo prelevato da un donatore a cuore fermo, definito DCD. Tutti gli organi sono stati conservati e preservati grazie a speciali macchine da perfusione, il che ci ha permesso di mantenere la loro piena funzionalità fino all'inizio dei vari interventi chirurgici e al loro trapianto". La prima operazione è iniziata alle 6.35. Sono stati tre gli interventi al cuore, di questi, ha osservato Claudio Russo, direttore della Cardiochirurgia e Trapianto del Cuore, il primo aveva una "patologia valvolare e una cardiomiopatia", il secondo "aveva invece avuto danni estesi in seguito a un infarto, mentre il terzo aveva una cardiomiopatia primitiva che portava il suo cuore a perdere sempre più forza, e che lo ha costretto a un lungo ricovero in Unità Coronarica"- Tutti gli interventi hanno avuto esito positivo. "Ogni anno effettuiamo 400 trapianti d'organo - spiega Alberto Zoli, direttore generale dell'Ospedale Niguarda di Milano -: significa che in media ne viene fatto uno al giorno, festivi compresi. E questo dato, da solo, ci colloca già al vertice per numero di interventi a livello italiano. Essere in grado di trapiantare in successione 7 diversi organi nell'arco di una singola giornata è invece qualcosa di straordinario, possibile solo in un Ospedale capace di affrontare le più grandi complessità" ha rivendicato il direttore generale Alberto Zoli.