L'Aifa ha approvato la rimborsabilità di bimekizumab per l'artrite psoriasica attiva (PsA). La Commissione europea aveva concesso l'autorizzazione all'immissione in commercio del farmaco per questa indicazione nel giugno 2023. Bimekizumab è il primo e unico trattamento progettato per inibire selettivamente e direttamente le interleuchine IL-17A e IL-17F, molecole messaggere del sistema immunitario all'organismo, che svolgono un ruolo chiave nei processi infiammatori. Lo annuncia Ucb Italia con una nota. Bimekizumab - si legge - è già entrato nella pratica clinica del nostro Paese nel marzo 2023 per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a severa, negli adulti candidati alla terapia sistemica.
L'artrite psoriasica è una malattia reumatica infiammatoria, parte del gruppo delle spondiloartriti, caratterizzata da manifestazioni articolari periferiche e/o assiali (coinvolgendo la colonna vertebrale e le articolazioni sacro-iliache). Colpisce principalmente pazienti con psoriasi cutanea, sia in fase attiva che pregressa. I sintomi principali includono dolore, gonfiore, calore e rigidità delle articolazioni coinvolte. Se non trattata, questa malattia può risultare altamente invalidante, compromettendo significativamente la qualità della vita dei pazienti. L'artrite psoriasica, inoltre, è un'affezione ad interessamento sistemico, associata a molte altre patologie (metaboliche, cardiovascolari e intestinali).
L'approvazione di bimekizumab nell'artrite psoriasica - riferisce la nota - è confermata da due studi registrativi di fase 3 (Be Optimal e Be Complete), in cui il farmaco ha mostrato miglioramenti rispetto al placebo nei sintomi articolari e cutanei nelle popolazioni naïve ai farmaci biologici e in quelle con risposta inadeguata agli inibitori del Tnf (Tumor Necrosis Factor). I risultati dettagliati degli studi Be Optimal e Be Complete sono stati pubblicati su 'The Lancet'. Nella PsA, bimekizumab è approvato da solo o in combinazione con metotrexato per il trattamento di adulti che hanno avuto una risposta inadeguata o che sono risultati intolleranti a uno o più farmaci antireumatici (Dmard - Disease-Modifying AntiRheumatic Drug). Oltre all'efficacia il farmaco ha manifestato un buon profilo di sicurezza, e questo è fondamentale per una malattia cronica.
"Nell'oltre 80% dei pazienti affetti da malattia psoriasica, la prima manifestazione è cutanea, seguita poi da sintomi articolari. È fondamentale che il paziente consulti tempestivamente un dermatologo, poiché alcune forme di psoriasi, come la psoriasi inversa, l'onicopatia psoriasica e quella del cuoio capelluto sono maggiormente associate allo sviluppo dell'artrite psoriasica - spiega Antonio Costanzo, professore ordinario di Dermatologia presso Humanitas University e responsabile dell'Unità operativa di Dermatologia presso Humanitas Research Hospital - Questi segni possono portare il clinico a chiedere al paziente se avverte dolori, il che spesso indica una fase iniziale di infiammazione delle entesi, prima che si arrivi a una condizione clinica conclamata. In questi casi possiamo svolgere un'azione sinergica con i colleghi reumatologi, soprattutto quando la psoriasi cutanea è particolarmente estesa, utilizzando farmaci che potrebbero persino prevenire lo sviluppo dell'artrite nei soggetti predisposti. Uno studio americano su dati amministrativi - sottolinea l'esperto - evidenzia che chi riceve un trattamento con farmaci biologici per la psoriasi ha un rischio ridotto fino al 90% in meno di sviluppare artrite psoriasica, rispetto a chi non riceve tali farmaci. La diagnosi e la terapia precoci, insieme a una stretta collaborazione con il reumatologo, sono fondamentali per identificare i pazienti che necessitano di attenzione specialistica".
"Il controllo della malattia è sostanziale per il benessere del paziente e per prevenire gravi complicanze - evidenzia Roberto Caporali, professore ordinario di Reumatologia all'Università di Milano e direttore del Dipartimento di Reumatologia e scienze mediche, Asst Gaetano Pini-Cto - È importante ricordare che la malattia non colpisce solo la pelle e le articolazioni, ma può anche coinvolgere il sistema cardiovascolare, l'intestino e altri organi. Un intervento precoce con farmaci appropriati può prevenire queste complicazioni. È essenziale adottare un approccio olistico, considerando la malattia come una condizione multisistemica. In questo contesto, la collaborazione tra dermatologi e reumatologi diventa cruciale. La psoriasi e l'artrite psoriasica rappresentano sfide significative - rimarca lo specialista - e molti pazienti non sono consapevoli dei rischi a cui sono esposti. La diagnosi e il trattamento tempestivi, insieme alla collaborazione tra specialisti, sono i fattori chiave per ottenere risultati ottimali. La ricerca continua a progredire, offrendo nuove opportunità di trattamento, ma è fondamentale applicare le strategie terapeutiche fin dall'inizio. Un ritardo nella presa in carico può portare a un aggravamento della condizione del paziente".