In occasione della Giornata Mondiale delle Malattie Reumatologiche, che si celebra il 12 ottobre, la Fondazione Italiana per la Ricerca sull’Artrite (FIRA) fa il punto sulle prospettive e i bisogni della ricerca scientifica.
Sono oltre 150 le malattie reumatologiche che solo in Italia colpiscono più di 7 milioni di persone. La ricerca scientifica in reumatologia sta procedendo a grandi passi grazie alle nuove tecnologie di indagine genomica del DNA e nei prossimi anni si attendono importanti innovazioni a cascata sulle terapie disponibili per i pazienti affetti dalle tante patologie reumatologiche, tra cui artriti, fibromialgia, connettiviti, sclerodermia e lupus.
“Grazie alle scoperte delle ricerche scientifiche condotte a livello internazionale negli ultimi vent’anni siamo passati dal trattamento dei sintomi a cure sempre più efficaci che agiscono sulla malattia. Ma sarà grazie soprattutto alla genomica, allo studio 3D delle cellule malate e sane che potremo svelare in modo ancora più preciso i meccanismi che portano a disfunzioni, malfunzionamenti e l’insorgere delle malattie, così da aprire nuove strade per agire in modo più preciso ed efficace”, sottolinea il Prof. Carlomaurizio Montecucco, presidente di FIRA, Ordinario di Reumatologia, Direttore del Dipartimento di Medicina Interna e Terapia Medica dell’Università di Pavia, direttore Struttura Complessa di Reumatologia al Policlinico S. Matteo.
Al Centro Ricerche FIRA, aperto a Pisa da qualche mese in collaborazione con Fondazione Pisana per la Scienza, sono in corso studi di genomica e sul microbioma uterino per comprendere meglio i meccanismi di artriti e spondiloartriti.
“La tecnologia innovativa chiamata 3C, sviluppata dallo scienziato Job Dekker, viene utilizzata per capire come gli errori nell'organizzazione del DNA all'interno delle cellule possano portare allo sviluppo di diverse malattie” spiega il dott. Matteo Vecellio, Responsabile Scientifico del Centro Ricerche FIRA. “Mappando la forma 3D del genoma, cerchiamo di comprendere il comportamento di decine di geni che si trovano in prossimità tra loro, in quelli che potremmo definire dei “quartieri”, e come questi possano influenzarsi tra loro. Abbiamo capito che, quando i geni che normalmente dovrebbero essere disattivati in una cellula vengono attivati perché i cosiddetti confini tra i “quartieri” sono crollati, possono innescarsi processi molecolari che portano al verificarsi di malattie, come il cancro, le malattie autoimmuni o cardiovascolari”.
“La ricerca scientifica in reumatologia necessita competenze, metodologie e strumentazioni estremamente sofisticati, che richiedono importanti investimenti ma possono portare grandi benefici. In Italia c’è la necessità di stimolare e sostenere la ricerca scientifica indipendente così da mantenerla competitiva a livello internazionale. Da qui il nostro impegno nel Centro Ricerche FIRA di Pisa che è a servizio dell’intera comunità reumatologica italiana e che speriamo possa crescere con nuovi contributi e progetti di studio” conclude il prof. Montecucco.
È possibile sostenere FIRA con donazioni e la destinazione del 5X1000 (si veda il sito FIRAonlus.it, sezione Come Donare).