
Venerdì scorso la Food and drug administration (Fda) degli Stati Uniti ha dato il via libera a sacituzamab govitecan (coniugato farmaco-anticorpo, Adc) per una terza indicazione, ovvero per il trattamento del cancro mammario Hr+/Her2- metastatico in pazienti che avevano smesso di rispondere a una terapia a base di ormoni e ad almeno due precedenti terapie sistemiche. Questo Adc è già approvato (anche da Ema e Aifa) in monoterapia per il trattamento di pazienti con cancro mammario metastatico triplo negativo o non resecabile (mTnbc) che abbiano ricevuto in precedenza almeno due terapie sistemiche, almeno una delle quali per la malattia avanzata; inoltre, al momento solo negli Usa, sacituzumab govitecan è indicato per il trattamento di soggetti adulti affetti da carcinoma della vescica e tumori delle vie urinarie che si sono diffusi (metastatici) o non possono essere rimossi chirurgicamente e che abbiano ricevuto un medicinale chemioterapico contenente platino e anche un medicinale immunoterapico.
Sacituzumab govitecan è costituito da due componenti attivi. Il primo è un anticorpo monoclonale (MoAb) mirato a Trop-2,una glicoproteina transmembrana espressa in tessuti epiteliali e sovraregolata in molte cellule cancerose della mammella; il secondo è una piccola molecola - veicolata dal MoAb anti-Trop-2 - denominata Sn-38, metabolita attivo dell'irinotecano, antineoplastico della classe delle camptotecine. Una volta che si è creato il legame tra MoAb e Trop-2, Sn-38 penetra nella cellula neoplastica e, soltanto al suo interno, si attiva determinandone l'apoptosi attraverso l'inibizione della topoisomerasi I, enzima necessario alla duplicazione del Dna nucleare e quindi alla formazione di nuove cellule cancerose.
È possibile che la scelta prescrittiva da parte dei clinici per questo farmaco possa essere influenzata dalla disponibilità di trastuzumab deruxtecan, un Adc costituito da un MoAb anti-Her2 'caricato' con un derivato di exatecan (Dxd), potente inibitore della topoisomerasi. Trastuzumab deruxtecan è già approvato per il trattamento del carcinoma mammario Her2+ in stadio metastatico ma, a differenza di altre terapie anti-Her2, può agire anche su cellule tumorali che esprimono bassi livelli di Her2 e rilasciare le molecole chemioterapiche interessando cellule vicine che esprimono meno il bersaglio. Di recente, infatti, trastuzumab deruxtecan è stato autorizzato dalla Commissione europea come monoterapia per il trattamento di pazienti adulti con cancro della mammella Her2-low (Ihc 1+ o Ihc 2+/Ish-) non resecabile o metastatico, che hanno ricevuto una precedente chemioterapia per malattia metastatica o hanno sviluppato recidiva della malattia durante o entro 6 mesi dal completamento della chemioterapia adiuvante.