I neonati nati prematuramente devono essere seguiti sul piano clinico fino ai 6 anni di vita, estendendo l'indicazione prima stabilita a 3 anni. È quanto consiglia la Società italiana di neonatologia (Sin) nel nuovo manuale scientifico e operativo sull'assistenza dei bambini nati prima della 32esima settimana. Il volume, intitolato 'Il follow-up del neonato pretermine. I primi sei anni di vita', sarà presentato mercoledì alla Clinica Mangiagalli di Milano nel corso di un incontro che anticiperà i temi della Giornata mondiale della prematurità, celebrata il 17 novembre.
"La prematurità - si legge in una nota Sin - può essere una malattia cronica che può manifestarsi nel tempo in modo tanto più grave quanto più la nascita è stata precoce. Per questi motivi il rapporto clinico e il sostegno alla famiglia del neonato pretermine non possono finire al momento della dimissione, ma devono necessariamente continuare nel tempo". La Sin ha avviato "da anni un percorso per promuovere i servizi di follow-up neonatale e garantire una adeguata assistenza anche dopo la dimissione, attraverso programmi mirati alla precoce identificazione delle anomalie di sviluppo e all'attuazione di interventi precoci individualizzati, con l'obiettivo di migliorare la qualità di vita dei bambini e delle loro famiglie".
La complessità dei neonati dimessi dalle terapie intensive "rende sempre più necessari servizi di follow-up multidisciplinari, integrati con i servizi di neuropsichiatria infantile e con i pediatri di famiglia. La prevalenza di problematiche cliniche e neuropsichiatriche a esordio precoce risultano infatti aumentate, in particolare i disturbi del neurosviluppo che rappresentano una quota rilevante in termini di incidenza e di possibile impatto sulla qualità della vita futura", prosegue la Sin che ricorda come dalla survey sui servizi di follow-up in Italia promossa dalla società nel 2019 è "emersa la necessità di potenziare la rete multidisciplinare che si fa carico dell'assistenza ai neonati pre-termine sul lungo periodo, dedicando adeguate risorse. Ad oggi, soprattutto per la mancanza di risorse umane e professionali, sono ancora pochi i servizi che riescono ad effettuare il follow-up fino all'ingresso del bambino a scuola, come sarebbe invece auspicabile".