La Corte costituzionale, con la sentenza n. 177, depositata oggi, ha respinto la questione di legittimità costituzionale sollevata sull’articolo 1, comma 1, della legge della Regione Sardegna n. 2 del 2025, che proroga l’efficacia della norma regionale volta a consentire alle ASL di ricorrere ai medici di medicina generale in quiescenza per assicurare i servizi di assistenza primaria e continuità assistenziale nelle aree carenti.
La disposizione regionale proroga la possibilità di coinvolgere i professionisti in pensione, anche mediante contratti libero-professionali, nei progetti assistenziali territoriali attivati dalle aziende sanitarie, autorizzandoli inoltre all’uso dei ricettari previsti dall’articolo 50 del decreto-legge n. 269 del 2003. La durata della proroga è fissata “fino all’espletamento delle nuove procedure di assegnazione delle sedi di assistenza primaria e continuità assistenziale e comunque entro e non oltre il 30 giugno 2025”.
La Consulta ha ritenuto che la misura rappresenti “un tentativo di risposta alla contingente situazione di scopertura dell’assistenza primaria e della continuità assistenziale nel territorio regionale”, collocandosi pienamente nell’ambito delle competenze regionali in materia di tutela della salute, senza violazione delle attribuzioni statali.
Nella pronuncia, la Corte ha richiamato il precedente orientamento espresso con la sentenza n. 84 del 2025, che aveva già respinto il ricorso del Governo avverso la disposizione regionale originaria, confermando la legittimità di interventi temporanei diretti a garantire la copertura dei livelli essenziali di assistenza nelle aree caratterizzate da carenze di personale medico.