Il confronto tra la Conferenza delle Regioni e i sindacati della dirigenza medica e sanitaria sul futuro del personale del Servizio Sanitario Nazionale ha acceso il dibattito su risorse, carriera, contratti e assetti organizzativi. Nel corso degli incontri svoltisi a Roma, Anaao Assomed e CIMO-FESMED hanno espresso apprezzamenti e critiche sulla bozza di documento proposta dalle Regioni, chiedendo modifiche sostanziali e l’apertura di un tavolo permanente.
Per Anaao Assomed, il documento contiene alcuni punti condivisibili: lo sblocco del salario accessorio, il rilancio della trasformazione digitale – definita non più rinviabile – e il riordino delle professioni sanitarie. Tra le criticità segnalate, l’associazione punta il dito contro il reclutamento dall’estero senza adeguate garanzie di qualità formativa, le procedure di concorso giudicate ancora troppo complesse, e la gestione delle strutture complesse, con una crescente concentrazione di incarichi in ambito universitario a scapito dei dirigenti ospedalieri. Anaao chiede misure nazionali per garantire accesso omogeneo alle posizioni apicali e maggiore trasparenza.
Anche la Federazione CIMO-FESMED ha espresso riserve importanti, pur condividendo l’impianto generale della proposta. Il presidente Guido Quici ha ribadito che ogni principio contenuto nel documento – dalla perequazione retributiva ai percorsi di carriera – dovrà essere supportato da risorse statali adeguate, per evitare che si trasformi in un “boomerang” per i medici. Il superamento del tetto al salario accessorio è considerato un passo utile, ma non sufficiente: il rischio, secondo CIMO-FESMED, è un’eccessiva regionalizzazione della contrattazione, con disparità economiche tra Regioni ricche e in difficoltà.
Tra le criticità più rilevanti, CIMO-FESMED segnala la possibile equiparazione retributiva tra dirigenti medici e altre professioni sanitarie senza risorse aggiuntive, che potrebbe tradursi in un prelievo forzato dai fondi dei medici. Critiche anche al limite sul numero di strutture complesse, che ostacola lo sviluppo delle carriere. Sul piano organizzativo, il sindacato avverte sul rischio di un’eccessiva flessibilità nei modelli multidisciplinari, senza una ridefinizione chiara delle responsabilità: “Occorre riaffermare il perimetro dell’atto medico”, sottolinea Quici.
CIMO-FESMED chiede inoltre l’immediata emanazione dell’atto di indirizzo per il rinnovo del CCNL 2022-2024, senza subordinarlo alla condivisione del documento attuale. Apprezzamento viene infine espresso per le proposte relative alla valorizzazione del tutoraggio degli specializzandi e al riconoscimento della condizione critica del personale della sanità privata accreditata, privo di contratto da anni.
Entrambi i sindacati chiedono che il confronto con le Regioni prosegua in modo strutturato e costruttivo, con l’obiettivo di produrre un testo realmente efficace per il rilancio della sanità pubblica e la valorizzazione delle professionalità mediche e sanitarie.