Un nuovo caso di Mpox è stato confermato a Terni, dove un giovane paziente è attualmente ricoverato presso il reparto di Malattie infettive dell’ospedale Santa Maria. Secondo quanto riferito dalla Usl Umbria 2, le sue condizioni cliniche sono buone e il decorso appare favorevole. Ma ciò che rende il caso particolarmente rilevante dal punto di vista epidemiologico è l’assenza di un chiaro fattore di esposizione.
Dall’indagine epidemiologica condotta dai servizi di sanità pubblica non emergono viaggi recenti né contatti dichiarati di tipo promiscuo con altri individui. Un elemento che pone interrogativi sull’origine dell’infezione e sulla dinamica di trasmissione, ancora in fase di accertamento. Attualmente, sotto sorveglianza sono stati posti il coinquilino del paziente e due gatti domestici, come previsto dai protocolli di sanità pubblica veterinaria. Il virus Mpox può infatti colpire anche alcuni animali da compagnia, in particolare roditori ma, come ha spiegato Luca Nicola Castiglione, direttore dell’Unità operativa complessa di Sanità pubblica veterinaria della Usl Umbria 2, anche i gatti possono sviluppare manifestazioni cliniche compatibili con l’infezione.
Il caso è stato notificato al ministero della Salute tramite il sistema Premal ed è stato confermato in laboratorio mediante sequenziamento del DNA virale.
Nonostante l’attenzione mediatica si sia ridotta dopo il picco del 2022, l’Mpox non ha mai cessato di circolare. Secondo l’ultimo rapporto congiunto ECDC/OMS (febbraio–aprile 2025), in Europa sono stati registrati 713 nuovi casi, 61 dei quali in Italia. Le segnalazioni più numerose provengono da Spagna (151), Germania (146), Svezia (50), Regno Unito (49) e Francia (47). L’OMS continua a classificare l’Mpox come un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale.
Particolare attenzione è riservata alla circolazione del clade Ib, un ceppo potenzialmente più trasmissibile, ma finora limitato a 32 casi confermati in Europa e tutti riconducibili a viaggi all’estero. L’assenza di esposizioni note nel caso di Terni impone dunque un monitoraggio attento: non si può escludere che il contagio sia avvenuto attraverso contatti indiretti o tramite un vettore animale ancora non identificato.
Il trattamento è prevalentemente di supporto. Nelle forme non complicate è sufficiente il monitoraggio clinico, l’idratazione e il controllo della sintomatologia. Nei casi a rischio, possono essere considerati antivirali come tecovirimat, attualmente disponibili in contesti selezionati. Il paziente di Terni è in isolamento ospedaliero, ma non sono segnalate complicazioni.
L’OMS ha aggiornato di recente le linee guida sulla gestione di Mpox, ribadendo l’importanza del tracciamento dei contatti, della segnalazione tempestiva e, nei soggetti ad alto rischio, della vaccinazione preventiva con MVA-BN.