Una mobilitazione per rivendicare la "necessità di maggiori risorse in legge di Bilancio per la sanità e per i professionisti" che ci lavorano, andando ad incrementare gli stipendi e rilanciando il Ccnl pubblico come riferimento. Sono alcune delle richieste dell'Intersindacale dei dirigenti medici, veterinari e sanitari (che unisce Aaroi-Emac, Fassid, Fp Cgil medici e dirigenti Ssn, Fvm, Uil Fpl medici e veterinari), in un evento pubblico a Roma per raccogliere le istanze dei territori rispetto alla crisi del Ssn. "Serve intervenire sui servizi, sui contratti, sull'uguaglianza dei lavoratori - ricorda l'Intersindacale - Gli aumenti fatti sul Fondo sanitario non coprono neanche l'inflazione. Ma non è solo una questione di risorse, siamo stufi di lavorare in condizioni in cui non possiamo garantire al meglio la cura delle persone".
Un'iniziativa lanciata oggi per rafforzare anche l'unità sindacale, condividendo i contenuti e le piattaforme di discussione. L'Intersindacale "punta ad una comunione di intenti senza una egemonizzazione di un solo sindacato", con riferimento allo sciopero dei medici indetto il 20 novembre - con una manifestazione nella Capitale - dall'Anaao-Assomed e da Cimo, che non vedrà partecipare l'Intersindacale. "Se non si ristruttura un Ssn nato tanti fa sulle condizioni di oggi, con una popolazione che invecchia e ha delle necessità diverse - conclude l'Intersindacale - è difficile ragionare ad un suo futuro. Da questo Governo ci aspettavamo un atteggiamento diverso, c'è un conflitto tra i cittadini e l'articolo 32 della Costituzione. Noi vogliamo rimanere nel Ssn che è basato sui dipendenti del Ssn, ci sono territori che hanno esigenze diverse e serve ridefinire i ruoli. Quindi serve una riforma nuova che rimetta in equilibrio il Ssn".