Attraverso semplici domande che indagano l’utilizzo degli inibitori di pompa protonica quando questi farmaci vengono acquistati senza prescrizione medica, è possibile svolgere un ruolo nell’aiutare i cittadini ad evitare utilizzi impropri di questi medicinali. A parlarne è un articolo su PharmacyTimes, ripreso da Farmacista33, che suggerisce su quali aspetti soffermarsi, nello specifico.
Utilizzi degli inibitori di pompa protonica
Gli inibitori della pompa protonica sono la terapia di base per diverse patologie come la malattia da reflusso gastroesofageo, l’esofago di Barrett, le infezioni da Helicobacter pylori, le ulcere peptiche e la sindrome di Zollinger-Ellison. Il primo farmaco ad essere stato approvato, almeno negli USA, è stato l’omeprazolo, nel 1989. Da allora, si è verificata una tendenza all’aumento del numero di prescrizione, con un utilizzo a lungo termine di questi medicinali. Inoltre, dalla loro introduzione come prodotto da banco nel 2003, molti pazienti hanno iniziato a usare gli inibitori di pompa protonica senza supervisione clinica.
In media, circa il 7%-15% dei pazienti statunitensi, indipendentemente da età e sesso, utilizza un inibitore di pompa protonica e sulla base di uno studio su circa 6,8 miliardi di visite ambulatoriali tra il 2009 e il 2015, circa 600 milioni di pazienti, pari all’8,8% della popolazione studiata, utilizzavano un inibitore di pompa protonica su prescrizione medica. Molti di questi pazienti, tuttavia, acquistano, regolarmente, anche farmaci da banco a base di inibitori di pompa protonica.
Sarebbe opportuno, inoltre, ricordare al paziente che acquista gli inibitori di pompa protonica, che questi farmaci non offrono un sollievo immediato nei casi di acidità o bruciore di stomaco e che potrebbero volerci almeno 1-4 giorni prima di avere benefici terapeutici osservabili.
Fonte:
Are OTC proton pump inhibitors as boon or a curse?
https://www.pharmacytimes.com/view/are-otc-proton-pump-inhibitors-a-boon-or-a-curse-