Da Nord a Sud l’escalation di violenze nei confronti dei sanitari è inarrestabile. Dopo le ultime aggressione a Cagliari e a Bolzano, oggi è la volta di Napoli dove due medici in una sede di continuità assistenziale di Melito sono stati feriti alla testa e al collo da 5 persone. «Non c’è un reparto, uno studio o un ambulatorio nel quale un medico possa sentirsi al sicuro. Le aggressioni non riguardano una branca, uno specifico setting assistenziale, sono dilaganti, perché è dilagante la deriva culturale che investe ormai tutto il Paese. Ma le aggressioni vanno fermate subito». Così Silvestro Scotti, segretario generale Fimmg che lancia un appello al Capo dello Stato: «Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti che, ormai, sembrano non rispettare più il ruolo civile e sociale dei professionisti della salute trasformati in capri espiatori. No – ricorda Scotti - i sindacati sono chiamati a contenziosi con i rappresentanti dei datori di lavoro. Nel nostro caso il datore di lavoro è lo Stato e lo Stato ci deve delle risposte che vadano oltre la deterrenza, si deve schierare costantemente contro chi aggredisce i medici, che sono anche custodi di uno dei principali diritti costituzionali».
«A quanto fatto in ambito normativo, e a quanto ancora si dovrà fare, occorrono azioni esemplari in termini di deterrenza – prosegue il leader Fimmg – occorre far comprendere a tutti e in modo inequivocabile che chi aggredisce ne paga le conseguenze». Dalla Fimmg un richiamo a tutti i livelli, coinvolgendo la politica, le famiglie, la scuola e soprattutto chi fa comunicazione. «In un clima così avvelenato ciascuno deve sentire la propria responsabilità. Perché, le azioni di chiunque, possono favorire questi gesti, stimolando odio e aggressività». La Fimmg chiede ora che gli autori di queste violenze siano perseguiti come previsto dalla legge. «Attendiamo di leggere sui quotidiani nazionali le notizie dei loro arresti, e che queste riempiano le prime pagine dei giornali in modo da rendere visibile alla cittadinanza e ai professionisti sanitari che alle leggi segue una loro esemplare applicazione», dice provocatoriamente Scotti. Infine, dalla Fimmg un richiamo ai media. «Alcuni giornalisti “d’inchiesta” molto spesso, troppo ormai, senza dati controllati esprimono giudizi su ruolo e funzioni della medicina generale. Condanne emesse sulla base di un giudizio sommario, pubblicate su testate nazionali importanti e con video you tube senza contraddittorio. La medicina generale, così rappresentata, viene mostrata come un sistema da distruggere. Se la medicina generale, e tutti i medici, sono il “nemico” è chiaro che chiunque può sentirsi legittimato ad aggredire. Ai colleghi – conclude Scotti – va tutto il nostro supporto e la più profonda solidarietà. Ma questo non può bastare, sono in contatto con i principali Sindacati Medici e nei prossimi giorni dovremmo decidere per un’azione esemplare che faccia riflettere seriamente media, politica e cittadini. Serve che ci sia rispetto per chi lavora per lo Stato».
Secondo una prima ricostruzione, nella sede della guardia medica di Melito di Napoli 3 donne e 2 uomini avrebbero picchiato i 2 medici, un 31enne e una 38enne, perché si sarebbero rifiutati di effettuare una visita domiciliare a un parente degli aggressori. Sul posto è intervenuta una pattuglia della tenenza carabinieri di Melito di Napoli. Le vittime sono andate autonomamente al Pronto soccorso dell'ospedale San Giuliano di Giugliano in Campania per lievi ferite alla testa e al collo. I carabinieri della tenenza di Melito di Napoli hanno identificato le 5 persone coinvolte nella violenza ai 2 operatori. L'autore dell'aggressione fisica è stato identificato in un 35enne incensurato di Melito, che sarà denunciato a piede libero per lesioni personali. Secondo la ricostruzione degli investigatori, invece, gli altri 4 si sarebbero limitati a insultare i sanitari. I 2 medici feriti sono stati dimessi con 10 giorni di prognosi per ferite alla testa e al collo. Secondo quanto ricostruito, la richiesta di assistenza domiciliare era per una parente dei 5, sofferente da qualche giorno di febbre. In relazione all'aggressione, il prefetto di Napoli Michele di Bari ha disposto nell'immediatezza l'intensificazione dei servizi di controllo del territorio da parte delle forze dell'ordine. Il prefetto ha espresso la propria "vicinanza ai 2 sanitari aggrediti", ribadendo "il forte impegno delle forze dell'ordine per contrastare il grave fenomeno delle violenze ai danni del personale sanitario, attraverso specifici, mirati interventi per incrementare la sicurezza e contribuire a creare, negli ospedali e negli ambulatori medici, un clima sereno e accogliente per pazienti e visitatori".
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