Le donne anziane con incontinenza urinaria possono trarre beneficio da un esercizio fisico regolare e a basso impatto. Secondo uno studio pubblicato su Annals of Internal Medicine, infatti, yoga, stretching e rafforzamento mostrano benefici.
Lo studio ha messo a confronto due programmi di esercizio fisico della durata di 12 settimane: 121 partecipanti sono state assegnate in modo casuale allo yoga e 119 a un gruppo di controllo di condizionamento fisico. Le partecipanti erano donne con incontinenza urinaria che causava sintomi almeno una volta al giorno. Avevano un'età compresa tra i 45 e i 90 anni, con un'età media di 62 anni.
Dopo 12 settimane di programma di yoga a basso impatto, le partecipanti allo studio hanno avuto circa il 65% in meno di episodi di incontinenza. Le donne di un gruppo di controllo che praticavano esercizi di stretching e di rafforzamento hanno avuto un beneficio simile nello stesso periodo di tempo. Secondo i ricercatori, i benefici sono pari agli effetti dei farmaci utilizzati per combattere l'incontinenza.
“Il nostro studio ha testato il tipo di yoga che chiunque può fare, con modifiche per le diverse abilità fisiche” spiega Leslee Subak, della Stanford University, che ha coordinato la ricerca. “L’aspetto positivo è che è sicuro, poco costoso, non richiede l'intervento di un medico ed è accessibile ovunque si viva”. Poiché lo studio è stato condotto in parte durante la pandemia di COVID-19, molte partecipanti hanno ricevuto le istruzioni tramite incontri online, esercitandosi a casa propria.
Nel programma di yoga, le partecipanti hanno imparato 16 posizioni di hatha yoga volte a rafforzare il pavimento pelvico, attraverso due sessioni settimanali di 90 minuti. Alle partecipanti è stato anche chiesto di praticare yoga per almeno un'ora alla settimana al di fuori delle lezioni e di tenere un registro della pratica.
Altri trattamenti non chirurgici per l'incontinenza, tra cui i farmaci, in genere producono un miglioramento dei sintomi compreso tra il 30% e il 70%, secondo gli autori.
Annals of Internal Medicine 2024. Doi: 10.7326/M23-3051
https://doi.org/10.7326/M23-3051