In Usa "la nuova ondata Covid è significativa. È difficile credere che siamo ormai al quinto anno di presenza di questo virus e che non stiamo adottando le misure necessarie per controllare la diffusione come gli aggiornamenti dei nuovi booster del vaccino e sul Long Covid". Lo sottolinea lo scienziato americano Eric Topol, vice presidente esecutivo Scripps Research, fondatore e direttore Scripps Research Translational Institute, postando su X i dati delle stime delle infezioni giornaliere da Sars-CoV-2 negli Stati Uniti: 903mila casi il 25 luglio, mentre un anno da erano 383mila.
Le caratteristiche della variante Kp.3.1.1
Lo scienziato statunitense ha anche sottolineato come “la variante Kp.3.1.1 è in procinto di diventare dominante, rappresentando una sfida maggiore per la nostra risposta immunitaria rispetto a Kp.3 e alle varianti precedenti (specialmente senza il nuovo booster contro Kp.2 quando ne abbiamo bisogno per le persone ad alto rischio)" e su questo fronte uno studio italiano firmato da Francesco Branda (Università Campus Bio-Medico di Roma), Massimo Ciccozzi (Università Campus Bio-Medico di Roma) e Fabio Scarpa (Università di Sassari), ha analizzato KP.3.1.1.
"Presenta alcune nuove caratteristiche rispetto ai suoi predecessori. In particolare, rispetto al suo progenitore diretto, la variante KP.3, presenta una delezione nel sito 31, dove sia KP.3 che la variante originale di Wuhan presentano una serina. Come è stato per la variante KP.3 - si legge nello studio in fase di pubblicazione su 'Infectious Diseases' - i cambiamenti nella composizione del genoma che caratterizzano KP.3.1.1 non rappresentano un adattamento volto a renderla più pericolosa. Al contrario, questi cambiamenti indicano un ulteriore adattamento che porta la nuova variante a diventare sempre meno pericolosa e a endemizzarsi progressivamente".
"L'insorgenza di nuove varianti è un fenomeno normale, generato dall'accumulo casuale di nuove mutazioni o cambiamenti nella composizione nucleotidica, e l'aumento del numero dei contagi non è necessariamente legato a un aumento della pericolosità. Questo - avverte la ricerca - non esclude la possibilità che possano emergere nuovamente varianti pericolose, ma queste sarebbero eccezioni; la regola è che diventino meno pericolose. È importante continuare il monitoraggio, per valutare correttamente ogni nuova variante e evitare inutili allarmismi".