''La responsabilità professionale in ambito sanitario è un tema complesso che ha trovato da subito l'attenzione del Governo. Garantire un ambiente di lavoro sereno ai nostri medici significa assicurare alle persone i migliori livelli di cura e assistenza. La proroga dello scudo penale per tutto il 2024 è una chiara testimonianza dell'impegno su questo fronte così come il lavoro in corso per ridurre la medicina difensiva e definire un quadro normativo che tuteli i professionisti della salute senza compromettere i diritti dei cittadini. In questo contesto, è senza dubbio rilevante il contributo che le società scientifiche possono dare in supporto e di stimolo alle istituzioni''. Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in un messaggio inviato al convegno del Collegio Italiano dei Chirurghi (CIC), dal titolo 'La colpa medica, le linee guida e il ruolo delle società scientifiche' a Roma (Palazzo Teodoli), promosso dal Collegio Italiano dei Chirurghi con il patrocinio dell'Università degli Studi Roma Tor Vergata.
"Ogni anno sono 35mila le cause intentate contro i chirurghi, procedimenti che nel 96% dei casi finiscono in un nulla di fatto” ha dichiarato all’Adnkronos Salute Maurizio Brausi, presidente del Collegio Italiano dei Chirurghi, in occasione del convegno. “Per questo motivo si fa sempre più ricorso alla medicina difensiva i cui costi per il Ssn sono elevatissimi, variano dai 12 ai 13 miliardi di euro l'anno, una cifra monstre per esami non appropriati o per mancati interventi in sala operatoria su pazienti ritenuti troppo a rischio".
A ricorrere alla medicina difensiva "per paura", secondo Brausi è "l'80% dei chirurghi italiani, con un impatto esagerato sulle casse del Sistema sanitario nazionale. Non solo, ma la medicina difensiva allontana i medici dalla loro professione, in particolare nei Pronto soccorso e nella chirurgia generale. Le specialità prese di mira dai contenziosi sottolinea Brausi sono l'ortopedia (con un 30% di denunce), a seguire la chirurgia generale (con il 15%) e la ginecologia- ostetricia".
Quindi per evitare contenziosi, "il chirurgo deve attenersi assolutamente alle linee guida nazionali e internazionali conclude l'esperto avere un rapporto con il paziente basato su dialogo e fiducia, spiegare esattamente le procedure che vengono eseguite, informarlo sulle possibili complicazioni e sul follow up che il paziente deve eseguire. Inoltre, è molto importante il rapporto medico-familiari".