Il tema del rinnovo dei contratti dei medici e del personale della sanità privata convenzionata torna al centro del dibattito, con le sigle sindacali che sollecitano il Governo a destinare risorse nella prossima Legge di Bilancio.
La Federazione CIMO-FESMED denuncia la totale assenza di misure dedicate nella bozza della Manovra, ricordando che circa 10mila medici delle strutture accreditate attendono il rinnovo contrattuale da oltre vent’anni. “Il Ministro Schillaci si era impegnato a vincolare al rinnovo l’utilizzo delle risorse per la valorizzazione dei DRG, ma il vincolo non è mai stato previsto formalmente”, ha dichiarato Guido Quici, presidente della Federazione. Le associazioni datoriali, Aiop e Aris, continuano a chiedere un contributo statale specifico, che secondo la CIMO-FESMED non sarebbe contemplato nemmeno quest’anno.
“Siamo di fronte a una discriminazione inaccettabile – ha aggiunto Carmela De Rango, segretaria nazionale CIMOP –. I medici della sanità privata accreditata svolgono lo stesso lavoro dei colleghi del pubblico, ma senza le stesse tutele economiche e normative. Se non ci sarà una soluzione concreta nella Manovra, siamo pronti allo sciopero”.
Sulla stessa linea, le federazioni Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno espresso soddisfazione per l’apertura di un confronto con il Ministero della Salute, ma chiedono “atti concreti”. Dopo l’incontro con il ministro Orazio Schillaci e il capo di gabinetto Marco Mattei, i sindacati parlano di “un primo segnale positivo” e annunciano la convocazione entro ottobre di un tavolo quadrangolare con Conferenza Stato-Regioni, Aiop e Aris.
Le sigle chiedono che le risorse per la revisione dei DRG siano vincolate anche al costo del lavoro, e che vengano introdotti criteri di accreditamento che impediscano dumping contrattuale e rendano obbligatorio il rinnovo triennale dei CCNL firmati dalle organizzazioni più rappresentative.
“La vertenza riguarda oltre 250mila lavoratori della sanità privata, delle Rsa e dei centri di riabilitazione – affermano le organizzazioni confederali – Dopo anni di promesse mancate, ora servono responsabilità e risposte concrete”.