L’integrazione vitaminica emerge come possibile trattamento aggiuntivo nei disturbi del neurosviluppo. Una meta-analisi pubblicata su Neuropsychiatric Disease and Treatment evidenzia che la vitamina B mostra benefici più marcati nei pazienti con disturbo dello spettro autistico (ASD), mentre la vitamina D risulta più efficace nella gestione dei sintomi del disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD).
Secondo gli autori, coordinati da Yonghui Shen della Zhejiang University, le vitamine potrebbero avere un ruolo in strategie cliniche personalizzate.
L’ASD è caratterizzato da deficit di comunicazione sociale, interessi ridotti e comportamenti ripetitivi, mentre l’ADHD si manifesta con disattenzione, iperattività e impulsività. Entrambe le condizioni condividono compromissioni nelle funzioni esecutive, nella regolazione emotiva e nell’elaborazione sensoriale, fornendo una base per interventi comuni.
La revisione ha incluso 22 studi: 12 su ASD (652 pazienti) e 10 su ADHD (852 pazienti). Complessivamente, i gruppi di intervento comprendevano 787 partecipanti, contro 717 nei gruppi di controllo.
I risultati indicano che l’integrazione vitaminica migliora i sintomi in entrambe le condizioni. La vitamina B ha portato nei pazienti con ASD a miglioramenti nella regolazione emotiva e nella riduzione dei comportamenti stereotipati. Nei pazienti con ADHD, la vitamina D è stata associata a una riduzione dei problemi comportamentali e a un incremento della concentrazione.
Gli autori concludono che sia la vitamina B sia la D possono apportare benefici, pur con differenze legate al disturbo, e sottolineano il potenziale delle integrazioni vitaminiche come supporto ai trattamenti standard.
Fonte
Neuropsychiatric Disease and Treatment (2025); doi: 10.2147/NDT.S553063