Il medico di famiglia potrà certificare la malattia del lavoratore anche attraverso televisite. Una misura che semplifica la vita al cittadino, che non deve spostarsi, ma che apre una breccia nel dispositivo di 23 anni fa (decreto Brunetta 165/2001) dove si prevedono la reclusione fino a 5 anni e la multa fino a 1600 euro per il medico che rilascia certificati senza aver visitato direttamente il paziente, agendo sulla base di “dati clinici non direttamente constatati né oggettivamente documentati”. L’articolo 20 del decreto-legge sulle semplificazioni approvato ieri in consiglio dei ministri consente la constatazione di dati clinici “indiretta” con “sistemi di telemedicina”. Lo afferma il disegno di legge sulle Semplificazioni, 34 articoli presentati ieri dal ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, indicativi della volontà del governo. Per i dettagli della “telecertificazione” il governo rinvia a un decreto attuativo da definire con accordo governo-regioni su proposta del ministero della Salute. Il segretario nazionale Fimmg Silvestro Scotti plaude alla misura, “sostenuta e fortemente voluta” dal sindacato dei medici di famiglia, e riconosce al ministro della Salute Orazio Schillaci il merito di averla promossa. «È un primo tassello verso una strada per alleggerire i carichi di lavoro, troppo spesso più amministrativi che assistenziali, che oggi sottraggono troppo tempo alla cura dei nostri pazienti, portano in burn out i medici e, in un momento di carenza, riducono l’attrattività della medicina di famiglia agli occhi dei giovani laureati», afferma Scotti. Ma cita altri problemi su cui mettere le mani: “l’interoperabilità tra le tante, troppe, piattaforme informatiche nazionali, regionali e aziendali; l’esigenza per i medici di medicina generale di contare su credenziali di accesso uniche; la necessità di una ricetta farmaceutica ripetitiva per i pazienti cronici stabilizzati; il superamento del sistema dei piani terapeutici per farmaci che ormai rientrano nelle terapie di prima scelta delle cronicità.
Il decreto semplificazioni porta innovazioni enormi anche in farmacia. E introduce la possibilità per i farmacisti di vaccinare su tutto il ventaglio delle patologie previste dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, di effettuare test nasali e salivari al di là di quello del Covid e persino di effettuare analisi di sensibilità batterica nell’ambito del controllo delle antibioticoresistenze. L’articolo 23 raccomanda al farmacista di offrire dette prestazioni in strutture anche esterne “dotate di apprestamenti idonei sotto il profilo igienico-sanitario e atte a garantire la tutela della riservatezza”. Nei limiti delle proprie competenze, il farmacista potrà poi offrire servizi di telemedicina. In più, sarà ammesso a distribuire per conto “farmaci e dispositivi medici necessari al trattamento dei pazienti in assistenza domiciliare, residenziale e semiresidenziale”. Infine, dal farmacista si potrà anche “scegliere il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta convenzionati con il Servizio sanitario regionale”. La farmacia con i nuovi servizi andrà peraltro resa riconoscibile con un’insegna. Di minor rilievo per il Ssn le disposizioni agli articoli 21, sul Giubileo, e 22. Nella prima si legge che per adeguare i servizi alle esigenze sanitarie derivanti dall’ingresso in Italia dei pellegrini del Giubileo del 2025, il Ministero della salute assumerà direttamente con contratto a termine i 40 dirigenti medici, i 18 dirigenti veterinari e 29 tecnici della prevenzione, già previsti dal decreto cura-Italia del 2020, se hanno prestato servizio almeno 15 mesi da marzo 2020 al 31 dicembre 2023. Viene disposta una copertura di 875 mila euro circa quest’anno e 1,167 milioni nel 2025. Si affida poi (art 22) ad un decreto del consiglio dei ministri la nomina non solo del Consiglio d’Amministrazione dell’Irccs pediatrico Giannina Gaslini di Genova ma anche quella del Presidente del CdA.
Nei 34 articoli della bozza ci sono anche misure non sanitarie importanti. Si chiude l’era del superbonus edilizio con lo stop definitivo a sconto in fattura e cessione del credito d’imposta. Fin qui l’operazione è costata al paese 114 miliardi. Dall’entrata in vigore della legge in avanti i crediti d’imposta sono sospesi a chi ha debiti con il fisco finché non li sana. A scuola le iscrizioni avverranno sempre on line, avvalendosi però non più di un applicativo reso disponibile di anno in anno dal ministero, ma della nuova piattaforma unica 'Famiglie e studenti' che consentirà di acquisire direttamente dal sistema i dati e i documenti necessari all'iscrizione, evitando ai genitori di produrre in forma cartacea gli attestati degli anni precedenti.