In occasione della giornata mondiale contro il tabacco che si celebra nel mondo il 31 maggio, gli esperti della Società Italiana di Medicina Interna (Simi) ricordano come il fumo sia un potentissimo fattore di rischio (ma 'modificabile') che impatta negativamente su tutto l'organismo: non solo per l'aumentato rischio di patologie tumorali, ma anche per i danni al sistema cardiovascolare, polmonare, riproduttivo, alla salute di ossa, denti e occhi.
Importante dunque promuovere campagne 3.0 che parlino soprattutto a giovani e giovanissimi. La lotta va mirata soprattutto ai giovanissimi per evitare che il danno si accumuli nel tempo.
"Al fumo di tabacco - ricorda il professor
Giorgio Sesti, presidente Simi - sono attribuiti circa 6 milioni di decessi l'anno nel mondo, in pratica uno ogni 6 secondi (dati OMS). Il fumo infatti può danneggiare l'organismo in tantissimi modi, portando allo sviluppo non solo di tumori ma aprendo la strada anche a tante patologie croniche. Per questo può essere considerato uno fattore di rischio 'internistico', tra i più temibili e dunque da 'attenzionare' e marcare stretto. Tra l'altro i suoi effetti sfavorevoli interessano non solo nei fumatori, ma anche in chi è esposto al loro fumo passivo". "Gli effetti del fumo - spiega il professor Sesti - si fanno sentire sull'apparato cardiovascolare, dove contribuiscono all'aumento di aneurismi dell'aorta, cardiopatia ischemica, ictus e arteriopatie periferiche. Sull'apparato respiratorio, dove provocano un aumento di bronco-pneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), asma e polmoniti. Importante l'impatto del fumo materno sul sistema riproduttivo con un aumento delle morti fetali, di nati morti e di ritardato concepimento; mentre nell'uomo è un importante fattore di rischio per disfunzione erettile".
"Per non parlare poi dei tumori- ricorda il professor
Nicola Montano presidente eletto della Società - Il 30% circa di tutti i decessi correlati a neoplasie (e fino all'80-90% di quelli per tumore del polmone) è attribuibile al fumo, chiamato in causa direttamente per i tumori di orofaringe, laringe, esofago, polmone, cervice, rene, vescica, pancreas, stomaco e per le leucemie. Accanto a questo vanno aggiunte anche cataratta, parodontopatia, osteoporosi e aumentato rischio di fratture del femore." Per i suoi effetti sul sistema immunitario il fumo è un fattore di rischio per infezioni respiratorie, ma anche per malattie autoimmuni come l'artrite reumatoide. Terribile, infine, l'impatto delle sigarette sulle persone con diabete, nelle quali aumenta il rischio di nefropatia, perdita della vista, arteriopatia e neuropatia periferica; recenti studi imputano al fumo anche un aumentato rischio del 30-40% di sviluppare diabete, rispetto ai non fumatori.
Per fare il punto della situazione e rispondere a tante domande ancora in sospeso la Società Italiana di Medicina Interna insieme alla Federazione delle Associazioni Dirigenti Ospedalieri di Medicina Interna e alle due società nazionali rappresentative dei medici di medicina generale, FIMMG e SIMG hanno deciso nel 2020 di effettuare una ricerca sull'impatto delle sigarette elettroniche e dei prodotti a tabacco riscaldato sull'asma e sulla bronco-pneumopatia cronica ostruttiva. I risultati di questa indagine saranno al centro di un position paper di prossima pubblicazione.
Un discorso a parte merita il cervello di adolescenti e giovani, molto più vulnerabile alle conseguenze negative della nicotina, perché più prono a sviluppare dipendenza, deficit di attenzione, disturbi dell'umore; l'esposizione alla nicotina può fare inoltre da primer all'impiego di altre sostanze da abuso e riduce il controllo degli impulsi.
E la soluzione non può essere affidata alle 'alternative. "I CDC americani - ricorda il professor Sesti - mettono in guardia dal fatto che l'uso di 'e-cig' può aumentare il rischio di utilizzo di nicotina e altri prodotti di tabacco. Anche nel caso delle e-cig, c'è anche il rischio dell'esposizione all'aerosol 'passivo'. Bisogna insomma continuare a fare ricerca per studiare a fondo l'impatto di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato sulla salute".
"Ogni medico - conclude la professoressa
Paola Andreozzi, Dipartimento di Medicina Interna e Malattie Infettive dell'Azienda Ospedaliero-universitaria Policlinico Umberto I - ha il dovere non solo di educare ma anche di accompagnare ogni paziente all'allontanamento dall'abitudine tabagica".