
La Società italiana per la prevenzione cardiovascolare (Siprec), è tornata a parlare di
prevenzione cardiovascolare in occasione del suo congresso annuale terminato lo scorso 17 settembre. "Quest'ultimo anno, dominato dalla triste cronaca della pandemia di Covid-19 - afferma il professor
Massimo Volpe, presidente Siprec - è stato la Caporetto della prevenzione a tutti i livelli. I pazienti, anche quando non relegati in casa dai lockdown, hanno avuto paura di andare dal medico, tanto più se in ospedale. Dal canto loro, molti medici sono stati 'dirottati' sulla gestione dei pazienti con Covid-19 e hanno avuto meno tempo e spazi ambulatoriali a disposizione per le visite di prevenzione. Durante il primo lockdown del 2020 i ricoveri per infarto si sono ridotti del 50% rispetto all'anno prima, perché i pazienti hanno avuto paura di recarsi in pronto soccorso. E nei mesi a seguire, dopo la breve tregua estiva, il lavoro a distanza, la DAD, la chiusura delle palestre, il maggior ricorso al comfort food e il maggior tempo passato in casa hanno fatto lievitare le ore di sedentarietà e peggiorare il controllo di una serie di fattori di rischio, dall'eccesso di peso, all'ipertensione, allo scarso controllo del diabete, all'aumento del colesterolo. Per non parlare del maggior consumo di alcol o della ripresa del fumo. È oggi insomma più che mai necessario ripartire dalla prevenzione e la Siprec è pronta a fare la sua parte, con tante idee e strategie innovative".
La prevenzione è infatti, ancora in molti casi, un'occasione persa, un appuntamento mancato con la possibilità di vivere a lungo e in buona salute. Tra gli strumenti privilegiati da questa rivoluzione c'è sicuramente l'alimentazione, pienamente riscoperta dalla scienza come il miglior mezzo per la prevenzione delle patologie cardiovascolari e oncologiche. Siprec ricorda che le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nei Paesi occidentali, compresa l'Italia, dove ogni anno provocano 240 mila decessi. Sono almeno 7,5 milioni gli italiani interessati da queste malattie; ogni anno nel nostro Paese si registrano 150 mila infarti e 600 mila nuove diagnosi di scompenso cardiaco, che genera 1,5 milioni di ricoveri, numero che lo pone al primo posto tra tutte le cause di ospedalizzazione. Tra i fattori di rischio più importanti e su cui si può intervenire, Siprec inserisce la scarsa aderenza alla terapia. Ma è un fattore di rischio 'occulto', del quale il medico spesso non si rende conto. Si tende infatti a non considerare l'eventualità che il paziente possa non prendere i farmaci o non li assuma regolarmente. "Una possibile soluzione contro il fattore di rischio 'occulto' è la polipillola - afferma il professor Massimo Volpe - cioè una combinazione fissa di farmaci appartenenti a diverse categorie (ad esempio antipertensivi, anti-colesterolo, magari anche con l'aggiunta di aspirina) all'interno di un'unica pillola. Numerosi studi e una recentissima metanalisi di Lancet hanno dimostrato come la terapia di combinazione inserita in una polipillola possa garantire un'efficace protezione cardiovascolare, determinando una riduzione di quasi il 40% degli eventi e mortalità cardiovascolari nei pazienti in prevenzione primaria".