 
        Oltre 5 milioni di italiani non hanno oggi un medico di famiglia e, senza nuovi ingressi nella professione, potrebbero diventare 8 milioni entro il 2035. Secondo i dati riportati da Il Sole 24 Ore e dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), il numero dei medici di medicina generale è sceso da 45.203 nel 2013 a 37.983 nel 2023, con un tasso medio nazionale di 0,76 medici ogni 1.000 abitanti.
La carenza è particolarmente grave in Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Bolzano, dove molti posti di formazione restano scoperti. Nel bando per le borse di medicina generale 2025-2028, su 2.798 borse disponibili si sono presentati solo 2.223 candidati, con forti squilibri regionali: in Lombardia meno della metà dei posti è stata coperta.
La Fimmg evidenzia come la situazione stia mettendo in crisi la rete delle cure primarie. “I responsabili dei prevedibili accessi impropri di quest’anno al pronto soccorso non saranno i medici di famiglia, ma chi avrebbe dovuto programmare e stabilizzare l’assistenza sul territorio”, ha dichiarato Silvestro Scotti, segretario nazionale Fimmg, commentando i dati diffusi all’Adnkronos Salute.
Fimmg denuncia carichi di lavoro insostenibili, con medici che assistono fino a 1.800 pazienti e tempi ridotti per le visite. Le difficoltà, avverte Fimmg, si ripercuoteranno anche sulla stagione influenzale ormai alle porte. Scotti raccomanda ai cittadini di “vaccinarsi e adottare misure di prevenzione”, ricordando che «non vanno usati antibiotici o decongestionanti nasali, ma soluzioni fisiologiche per alleviare i sintomi».
Il sindacato chiede interventi strutturali per rendere più attrattiva la professione e semplificare la burocrazia. La delega sulle professioni sanitarie in discussione prevede di rivedere la formazione dei futuri medici di famiglia, ma la Fimmg avverte che senza misure immediate di reclutamento e sostegno economico il rischio di un collasso delle cure territoriali è concreto.