Solo un italiano su tre indossa la cintura di sicurezza posteriore, mentre quasi nove su dieci dichiarano di utilizzare sempre quella anteriore. È quanto emerge dai dati 2023-2024 della sorveglianza Passi dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che fotografa le abitudini di guida e l’uso dei dispositivi di protezione individuale.
Nel biennio considerato, l’87% degli intervistati ha riferito di utilizzare sempre la cintura anteriore, ma la quota scende al 34% per quella posteriore, nonostante l’obbligo previsto dal Codice della strada. L’uso del casco in moto o motorino risulta invece quasi universale (96%), con differenze significative tra Nord (98%) e Sud (93%).
Persistono anche disuguaglianze socio-economiche: l’uso della cintura posteriore è più basso tra le persone con minore istruzione (29%) o maggiori difficoltà economiche (28%), rispetto ai laureati (37%) e a chi non riporta problemi finanziari (38%).
Per quanto riguarda la sicurezza dei bambini a bordo, il 17% delle persone che viaggia con minori dichiara di non utilizzare, o di usare in modo inadeguato, seggiolini e adattatori. La quota raggiunge il 24% nel Mezzogiorno, contro il 13% nel Centro e il 12% nel Nord, ma mostra un miglioramento rispetto al 24% del 2011.
Resta elevato anche il rischio legato alla guida sotto l’effetto dell’alcol: il 6% degli intervistati ha dichiarato di essersi messo al volante entro un’ora dal consumo di almeno due unità alcoliche. Il comportamento è più frequente tra i 25 e i 34 anni (7%) e tra gli uomini (7% contro 3% delle donne). Tra i giovanissimi (18-21 anni) il 5% ha ammesso di aver guidato dopo aver bevuto, nonostante per questa fascia la soglia legale di alcolemia sia pari a zero.
La sorveglianza Passi segnala infine che una persona su quattro è stata fermata almeno una volta nell’ultimo anno per un controllo stradale, ma solo il 9% di questi è stato sottoposto a etilotest. La frequenza dei controlli risulta più alta al Nord e tra i conducenti più giovani.