Nel correttivo alla riforma fiscale approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri, entra nero su bianco una misura attesa dal mondo sanitario: diventa permanente il divieto di fatturazione elettronica verso le persone fisiche per i soggetti tenuti all’invio dei dati al Sistema Tessera Sanitaria (Sts), ovvero medici, odontoiatri e altri operatori sanitari.
Una norma che, seppur già in vigore dal 2018 in forma transitoria e prorogata di anno in anno, trova ora stabilità definitiva. Il principio alla base è la tutela della privacy dei pazienti, in particolare per evitare la diffusione indiretta di informazioni sensibili legate allo stato di salute attraverso i canali digitali della fatturazione elettronica.
Grande soddisfazione della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, che da tempo chiedeva un intervento strutturale. “Il provvedimento approvato recepisce le istanze e la posizione consolidata di questa Federazione”, dichiarano in una nota congiunta il presidente Filippo Anelli e il presidente della CAO nazionale Andrea Senna. “In assenza di un quadro normativo adeguato – sottolineano – i cittadini avrebbero rischiato di vedere esposti i propri dati sanitari personali”.
Oltre a confermare il divieto di emissione dell’e-fattura ai pazienti privati, il decreto interviene anche sulla trasmissione al STS dei dati delle spese mediche: a partire da quest’anno, l’invio avverrà su base annuale, con una scadenza che sarà definita da un successivo provvedimento del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
• Esclusione definitiva dall’obbligo di e-fattura verso i pazienti persone fisiche;
• Obbligo confermato di trasmissione al Sistema Tessera Sanitaria, ma solo una volta l’anno, e non più mensilmente;
• Resta la possibilità (e l’obbligo, nei casi previsti) di emettere fattura elettronica verso soggetti diversi dai privati, come enti pubblici, assicurazioni e aziende.
Una misura, quindi, che protegge la riservatezza del paziente ma anche l’autonomia gestionale del professionista, e che secondo la Federazione rappresenta un punto di equilibrio tra esigenze fiscali e rispetto del rapporto medico-paziente.
“La privacy in sanità – ricordano Anelli e Senna – è un diritto che va garantito anche sul piano digitale. Ora abbiamo finalmente una norma chiara, strutturale e coerente con questa esigenza”.