Il Documento di Finanza Pubblica 2025 non convince i medici. Il Sindacato Medici Italiani (Smi), in una nota, attacca il Governo: poche risorse, misure inefficaci e nessuna visione per salvare un Servizio Sanitario Nazionale sempre più in difficoltà.
«Gli stanziamenti per la medicina generale sono nettamente insufficienti e le soluzioni proposte – come l’allungamento dell’età pensionabile o gli incarichi provvisori ai medici in formazione – sono solo cerotti su una ferita aperta», dichiara senza mezzi termini Pina Onotri, segretario generale dello SMI.
Secondo lo SMI, il Ssn sta perdendo pezzi. La rigidità del ruolo unico, la burocrazia paralizzante e la mancanza di tutele spingono sempre più giovani medici a rinunciare alla medicina generale o ad abbandonare il settore pubblico. «Servono contratti flessibili, part-time, valorizzazione del lavoro straordinario e coperture per maternità, malattia e infortunio. Altrimenti la medicina del territorio è destinata al collasso», avverte Onotri.
La situazione non è migliore negli ospedali, dove i pensionamenti e il blocco delle assunzioni aggravano la carenza cronica di personale. «Il tetto di spesa sul personale va rimosso subito. Si continua a tamponare con le prestazioni aggiuntive, ma manca un piano serio di assunzioni. E il contratto 2022-2024 è già scaduto da un anno», denuncia lo SMI.
Il sindacato lancia un messaggio chiaro: basta promesse, servono investimenti veri. «Siamo stanchi di una politica avara con i medici e i dirigenti sanitari. Sono loro che, tra mille difficoltà, continuano a garantire il diritto alla salute. Ma il disagio cresce, e con esso la sfiducia dei cittadini: oltre 4,5 milioni di persone rinunciano oggi a curarsi. Questo è il vero termometro del fallimento».
Lo Smi chiede un cambio di passo immediato, per fermare la fuga dal sistema pubblico e salvare un modello sanitario che rischia di crollare sotto il peso dell’indifferenza politica.