"L'uscita dall'Oms non è contemplata dal programma di Governo. Credo sia legittimo il dibattito per analizzare criticamente il suo ruolo e sulla governance". Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha risposto al Question time alla Camera all'interrogazione sull'ipotesi di uscita dell'Italia dall'Organizzazione mondiale della sanità. "Isolarsi non è una strada percorribile per affrontare le sfide", ha ribadito il ministro, evidenziando che occorre "rafforzare il ruolo dell'Italia all'interno di Oms".
"In risposta alle interrogazioni parlamentari sul disegno di legge che prevede l'uscita dell'Italia dall'Organizzazione mondiale della sanità, va ribadito che la riflessione riguarda prettamente la politica estera della Nazione e, quindi, coinvolge l'intero Governo e il Parlamento italiano", ha precisato Schillaci.
"Faccio chiarezza sugli stanziamenti", ha aggiunto. "L'Italia partecipa all'Oms attraverso il versamento annuale di un contributo obbligatorio, che nel 2024 è stato pari a circa 18 milioni di dollari. Nello stesso anno ha inoltre versato contributi volontari per un totale di circa 7,8 milioni di dollari, destinati a finanziare le priorità del programma di lavoro, come approvato dall'Assemblea mondiale della sanità, cui l'Italia partecipa. Questo finanziamento ci colloca al 19esimo posto tra le nazioni dell'organizzazione".
"Il ministero della Salute collabora, nell'interesse dell'Italia e degli italiani, con l'Oms in settori cruciali come sorveglianza, prevenzione, preparazione e risposta alle emergenze sanitarie, prevenzione delle malattie cronico degenerative, monitoraggio epidemiologico, standardizzazione dei dati, controllo dei rischi legati all'assistenza sanitaria e lotta all'antibiotico resistenza - ha rimarcato Schillaci - La comunità scientifica italiana ha una tradizione di promozione di politiche sanitarie basate sull'evidenza, che ha peraltro consolidato l'immagine dell'Italia come una nazione impegnata nel campo della salute globale. Pertanto, dobbiamo rafforzare il ruolo dell'Italia e del nostro modello nei consessi internazionali, perché isolarsi non rappresenta una strada percorribile per affrontare le complesse sfide sanitarie globali del nostro tempo. Il nostro obiettivo deve essere quello di contribuire a rendere più efficace e trasparente la governance mondiale della salute, nell'interesse dei nostri cittadini e dell'intera comunità internazionale".