Il recente comunicato dell'ARAN sull'incremento delle retribuzioni per il personale infermieristico e sanitario, nell’ambito delle trattative per il CCNL Sanità 2022-2024, ha suscitato molte polemiche. L'ente ha presentato le percentuali degli aumenti come un "investimento importante" per il futuro della sanità, ma per Nursing Up, il sindacato che rappresenta gli infermieri, queste cifre non sono altro che un’illusione lontana dalla realtà quotidiana degli operatori sanitari. Antonio De Palma, presidente del Nursing Up, ha lanciato un durissimo attacco alle percentuali "altisonanti" che l'ARAN ha proposto, sottolineando come questi numeri, seppur interessanti sulla carta, siano lontani dai reali benefici che arriveranno nelle tasche degli infermieri, ostetriche e altri professionisti sanitari.
L’ARAN ha parlato di un aumento medio mensile di circa 172,70 euro per tredici mensilità, ma De Palma ricorda che questi importi sono lordi e, una volta decurtati delle imposte, si traducono in circa 120 euro netti. Ma non è tutto: questi aumenti non arriveranno subito. Gli incrementi effettivi saranno distribuiti nel tempo, con i primi pagamenti previsti solo nel 2024, e gli aumenti più sostanziosi non prima del 2025, senza neanche gli arretrati per gli anni precedenti. Inoltre, il sindacato denuncia che le cifre annunciate dall'ARAN includono anche voci che non riguardano tutti gli infermieri, come l’indennità di pronto soccorso, che invece viene percepita solo da una parte del personale. De Palma critica anche l’uso della "media del pollo", che rappresenta un tentativo di mascherare la realtà dei fatti con statistiche che non rispecchiano le esperienze quotidiane degli infermieri. Secondo De Palma, una delle problematiche più gravi sollevate dal nuovo contratto riguarda le indennità: molti professionisti del pronto soccorso, ad esempio, potrebbero addirittura perdere alcune indennità specifiche per le unità operative disagiate, compensando di fatto i benefici di un aumento salariale con il taglio di altre voci retributive. In altre parole, il risultato finale sarebbe un gioco al ribasso che penalizza ulteriormente i lavoratori già sottoposti a turni massacranti e responsabilità crescenti.
Il presidente del Nursing Up sottolinea come, con aumenti che si traducono in pochi euro netti al mese, gli infermieri e gli altri professionisti sanitari non vedano un reale miglioramento del loro potere d'acquisto. Se è vero che gli aumenti percentuali possono sembrare importanti, nelle buste paga dei lavoratori le cifre concrete rimangono insufficienti per coprire i costi della vita, tra cui l’aumento dei prezzi e degli affitti.De Palma ribadisce che gli infermieri e gli altri operatori sanitari non vogliono illusioni o numeri fittizi, ma riconoscimenti concreti, che corrispondano almeno alle loro attese e che possano migliorare effettivamente la loro vita quotidiana. Un altro aspetto critico riguarda la riforma dell'indennità di specificità infermieristica. Secondo il sindacato, questa potrebbe raddoppiare, ma solo in seguito all’approvazione della legge finanziaria 2025, il che significa che i professionisti sanitari dovranno aspettare almeno il prossimo contratto, quello del triennio 2025-2027, per vedere l’effettivo aumento nelle loro buste paga.
De Palma conclude il suo intervento ribadendo che il vero cambiamento non risiede nelle percentuali e nelle statistiche, ma nei fatti concreti. Se, da un lato, l’ARAN potrebbe avere messo a disposizione qualche risorsa per migliorare la condizione economica dei professionisti sanitari, dall'altro queste risorse sono ancora troppo lontane dalle aspettative degli infermieri. E anche le promesse di miglioramenti organizzativi, previsti nell'atto di indirizzo del contratto, sono ancora lontane dall'essere concrete e sufficienti. "Nursing Up continuerà a lottare", conclude De Palma, "perché la vera svolta non è scritta nelle percentuali, ma nel rispetto che si dimostra con i fatti concreti. La strada è aperta, ma il cammino verso il traguardo è ancora lungo".