Professione medica
Manovra
30/10/2024

Manovra, ricetta digitale strutturale ed esclusiva dal 2025. I dubbi dei medici

L’articolo 54 del ddl per la Manovra 2025 prevede che dal 2025 tutte le ricette mediche siano esclusivamente in formato digitale. Ecco le obiezioni al provvedimento

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Tra le misure presenti nel disegno di legge per la Manovra è previsto (art. 54) che dal 2025 tutte le ricette mediche siano esclusivamente in formato digitale, le tradizionali ricette cartacee, rosse e bianche, diventeranno un’eccezione utilizzate solo per alcuni farmaci. Obiettivo principale della misura è da una parte rendere strutturale la ricetta dem senza bisogno di nuove proroghe (l'ultima scade proprio nel 2024) e dall’altra migliorare il monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva con la completa alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico. Ma, come riferisce Farmacista33, ci sono preoccupazioni riguardo ai possibili disagi per le persone anziane o per chi ha difficoltà con la digitalizzazione e per la gestione nei casi in cui, come sta accadendo in questo periodo, la piattaforma di gestione della Sogei presenta malfunzionamenti o blocchi.

Cosa è previsto dal Ddl della Manovra

La novità era già prevista nel Ddl Semplificazioni ancora fermo alla Camera, e proprio per non far scadere l'ultima proroga, l’iter è stato accelerato inserendo la misura nella legge Bilancio. L’articolo 54 prevede che dall’anno prossimo, “al fine di potenziare il monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva nonché garantire la completa alimentazione del Fascicolo sanitario elettronico, tutte le prescrizioni a carico del Servizio sanitario nazionale e dei Servizi territoriali per l’assistenza sanitaria al personale navigante, marittimo e dell’Aviazione civile e a carico del cittadino sono effettuate nel formato elettronico”.
Con questa misura la ricetta medica dematerializzata dovrebbe entrare definitivamente a regime dopo la sperimentazione partita con il Covid senza necessità di proroghe. La norma non prevede specifici obblighi o sanzioni ma stabilisce che “le regioni, nell'esercizio delle proprie funzioni di vigilanza e controllo, assicurano, per mezzo delle autorità competenti per territorio, l'attuazione” della misura. Resterà comunque possibile a medici e cittadini di continuare a stampare le ricette, ma quello che cambia è che si dovranno sempre generare in formato digitale. Come sottolinea la Fimmg, “non tutti i farmaci nelle ricette bianche sono dematerializzabili: a esempio non lo sono sonniferi e tranquillanti”.

Anziani e aree a bassa digitalizzazione: serve accompagnamento

Da più voci vengono sollevate perplessità, da una parte il rischio di esclusione di chi ha difficoltà nell’accesso digitale, come molti anziani o cittadini in aree a bassa digitalizzazione. Dall’altra la gestione di malfunzionamenti o blocchi totali prolungati ai sistemi informatici Sogei come sta accadendo in queste settimane con tutti i disagi che questo comporta, anche al banco della farmacia per la fornitura di farmaci.

Sulle difficoltà per i più anziani la Fimmg spiega che già per loro si stampano le ricette quando si presentano in studio: “Continueremo a farlo se necessario. E quello che chiediamo è che anche tutti gli altri medici specialisti, compresi i dentisti, facciano le ricette digitali e non ci obblighino a noi a fare i tipografi contoterzisti facendo materialmente le prescrizioni al loro posto”.
Ma per il sindacato Spi Cgil che rappresenta i pensionati, “la norma non prevede misure di accompagnamento come l'apertura di sportelli di aiuto o servizi per aiutare i più anziani o chi ha difficoltà con la digitalizzazione. Si rischia così di introdurre un fattore di esclusione sociale”.

Criticità da malfunzionamenti o blocchi totali della piattaforma informatica

Secondo Silvestro Scotti, segretario generale della Fimmg, “sebbene l’obiettivo sia quello di migliorare l’efficienza e monitorare meglio le prescrizioni, il rischio è che la misura non tenga conto dell’attuale capacità del sistema informatico di sostenere un carico esclusivamente digitale”.

Nelle ultime settimane, alcune regioni, tra cui Toscana, Marche e Veneto, hanno segnalato blocchi nel sistema di prescrizione elettronica nei sistemi informatici nazionali Sogei. In Umbria, i medici di medicina generale, pediatri e specialisti ospedalieri da settimane ricorrono alle tradizionali ricette "rosse" per prescrivere farmaci e accertamenti sanitari. Il risultato è che i pazienti sono costretti ad andare fisicamente negli ambulatori per ritirare le ricette, che non possono essere inviate in forma telematica e che non sono valide fuori regione. Inoltre, il ricorso ai ricettari cartacei sta creando un problema di risorse visto che sono prodotti dai Poligrafici e Zecca dello Stato, hanno costi elevati e sono di difficile reperibilità.

"I problemi si stanno verificando sia in Regioni dotate di un sistema Sar, che si interfaccia con i sistemi informatici regionali, sia quelle con sistema Sac, che parla direttamente con Sogei. L'idea di dematerializzare tutte le ricette, come previsto dalla manovra, è quanto meno prematura e potrebbe bloccare l'attività dei medici e impedire l'accesso dei pazienti a farmaci e prestazioni importanti – sottolinea Scotti in un commento all’Ansa. - Come dimostrano le difficoltà che stiamo riscontrando in questi giorni, qualcuno sta vendendo come soluzioni ai problemi attuali le potenzialità digitali e informatiche che ci potrebbero essere in futuro”.
Scotti condivide l’obiettivo della norma ma “alla luce dei problemi delle ultime settimane, abbiamo il timore che non tenga conto dell'effettiva capacità del sistema di rispondere al fabbisogno. Non si può fare la norma prima dello strumento".

Ricetta cartacea, Mmg e farmacisti: strumento indispensabile per accesso a farmaci

Se per le farmacie la dematerializzazione delle ricette rappresenta un’opportunità di semplificazione amministrativa, i problemi di stabilità del sistema generano incertezze. Come ricorda anche Scotti: “I flussi informatici hanno semplificato il lavoro delle amministrazioni e dei farmacisti. Tuttavia, la ricetta cartacea resta uno strumento indispensabile. A oggi la legge prevede che, con la ricetta in mano, il cittadino possa accedere ai farmaci e alle prestazioni che sono state prescritte dal suo medico”.

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