"A nome di tutti i 1.500 scienziati e ricercatori del Centro nazionale di ricerca sviluppo terapia genica e farmaci Rna", il presidente del centro Rosario Rizzuto esprime "le più sentite congratulazioni e gratitudine a Victor Ambros e Gary Ruvkun", vincitori del Premio Nobel per la Medicina 2024 grazie alla scoperta del microRna. "Un riconoscimento prestigioso che ci ispira a proseguire con ancora maggiore determinazione nel nostro lavoro di ricerca e che ci dimostra come queste tecnologie biomolecolari siano l'unica via possibile per cure più sostenibili e terapie di precisione", dichiara lo specialista, professore ordinario di Patologia generale e direttore del Dipartimento di Scienze biomediche dell'università di Padova.
Quella dei 2 scienziati Usa è "una scoperta che dà speranza alla cura di patologie rare e spesso incurabili - commenta Rizzuto - e che ha dato in qualche modo ispirazione anche alla nascita del Centro nazionale di ricerca, attivo da 2 anni nel nostro Paese e finanziato con oltre 320 milioni di euro dal programma NextGeneration Eu (Pnrr Missione 4 - Istruzione e ricerca) sulla base di una proposta progettuale presentata dall'università di Padova. Oltre 1.000 gli scienziati coinvolti e 500 i ricercatori e dottorandi reclutati, tra 32 atenei e istituti di ricerca e 14 aziende private, coordinati dall'omonima Fondazione che svolge il ruolo di Hub e organizzati in 10 Spoke, di cui 5 verticali dedicati alla ricerca e 5 orizzontali che si occupano dello sviluppo tecnologico", ricorda il presidente.
"Lo scorso anno - sottolinea - il Nobel per la Medicina era stato assegnato a Katalin Karikò e Drew Weissman, per le loro scoperte riguardanti le modifiche delle basi nucleosidiche che consentono lo sviluppo di vaccini a mRna efficaci contro Covid-19; quest'anno al lavoro di Ambros e Ruvkun per i microRna. Questo ci dimostra quanto fosse necessario dotare l'Italia di una rete di ricerca che portasse avanti gli studi in un campo che è assolutamente nuovo, ma che allo stesso tempo è in grado di dare dei risultati in un tempo velocissimo. Le tecnologie biomolecolari hanno visto negli ultimi anni dei progressi straordinari e la messa a punto di nuovi approcci per correggere geni difettivi o inserire geni terapeutici e per veicolare i farmaci a Dna/Rna ai tessuti coinvolti. Queste tecnologie sono gli strumenti ideali per ottenere farmaci contro molte malattie spesso incurabili, grazie alla loro capacità di interagire con una vasta gamma di bersagli molecolari. Capire le basi molecolari, spesso molto complesse, delle malattie significa scoprire nuovi bersagli, talvolta inattesi, che aprono nuove prospettive terapeutiche. È questa la sfida della medicina di domani, che l'Italia - avverte Rizzuto - non può permettersi di perdere".