Il Consiglio di Stato, con sentenza del 4 ottobre 2024, ha annullato la decisione del Tar del Lazio che a gennaio intervenendo sui test di ingresso a Medicina per l'anno accademico 2023/2024 aveva messo a rischio l'immatricolazione di migliaia di studenti anche per il successivo anno accademico 2024/2025. In particolare, la sentenza del Tar aveva stabilito che è illegittimo il criterio di attribuzione del punteggio previsto dalla normativa concorsuale, cosiddetto "equalizzato" perché produttivo di distorsioni. Ciò nella misura in cui non era con esso assicurata una valutazione omogenea delle prove e dunque una selezione dei concorrenti secondo criteri di merito.
Con punteggio cosiddetto equalizzato - riporta una nota - si intende il punteggio del test somministrato al candidato pari alla somma dei punti per le risposte date ai 50 quesiti di cui la prova si compone con l'ulteriore punteggio determinato in base al coefficiente di equalizzazione della prova. La finalità del coefficiente di equalizzazione della prova è quella di misurare la difficoltà della prova vista la possibilità per i candidati di ripetere le prove. Il coefficiente di equalizzazione è ottenuto secondo un modello scientifico di attribuzione dei punteggi concepito in funzione del differente livello di difficoltà di ciascun quesito, estratto da una banca dati previamente formata e composta da 1700 quesiti, e dunque della prova nel suo complesso. L'obiettivo è porre i candidati in condizioni di parità, nella prevista prospettiva della ripetibilità della prova stessa oltre che della diversità di quesiti di cui ciascuna di essa si compone.
Il Consiglio di Stato ha annullato la sentenza del Tar rilevando che "il coefficiente di equalizzazione è il perno su cui poggia il riequilibrio della posizione di ogni concorrente e la sua razionalità rimonta al criterio di carattere statistico attraverso cui è stato misurato il grado di difficoltà di ciascun quesito. Il modello scientifico alla base del sistema di attribuzione dei punteggi equalizzati è stato concepito in funzione della ripetibilità delle prove". La decisione del Consiglio di Stato - riferisce la nota - è conforme all'ordinanza cautelare già pubblicata ad aprile che aveva sospeso la sentenza del Tar sempre riconoscendo l'apparente correttezza del sistema di equalizzazione confermata in via definitiva con la sentenza di ieri. E conferma la piena legittimità dell'immatricolazione dei candidati che hanno già conseguito nel 2023 i risultati al test e restituisce la serenità agli studenti che nelle more hanno conseguito l'immatricolazione. Allo stesso tempo la decisione ribadisce la piena legittimità dei Test OnLine Cisia (Tolc) e segna un nuovo punto di confronto per il ministero che proprio in queste settimane discute misure per il superamento del numero chiuso anche nelle facoltà di Medicina.