Attualità
Influenza aviaria
24/09/2024

Aviaria, casi e diffusione. L’evoluzione dell’epidemia negli Usa

Mentre restano ufficialmente 14 i casi umani di influenza aviaria A (H5) censiti negli Stati Uniti da aprile 2024, continua l'impegno per rispondere all'epidemia di H5N1

AviariaEfsaEcdc

Secondo l’ultimo aggiornamento dei Centri americani per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), restano 14 i casi umani di influenza aviaria A (H5) censiti negli Stati Uniti da aprile 2024. Continua l'impegno per rispondere all'epidemia di H5N1 nelle mucche da latte, nel pollame e in altri animali, i riflettori dell'opinione pubblica e degli esperti sono ancora accesi sul caso del Missouri, il primo rilevato negli Stati Uniti senza contatti noti con animali infetti. Dal 6 settembre è tutto inalterato: la fonte dell'esposizione di questo paziente al virus non è stata determinata. Ma nonostante tutto i Cdc ribadiscono che "il rischio immediato per la popolazione generale da influenza aviaria H5 rimane basso". Nella comunità scientifica il dibattito continua: "L'influenza aviaria si sta diffondendo tra le persone?", è l'interrogativo che inquieta di più e sul quale si cerca di fare chiarezza in un focus su 'Nature' online. Le verifiche però su quanto accaduto nel Missouri continuano. E dopo l'identificazione di un contatto stretto che ha avuto sintomi nello stesso periodo del paziente, e un operatore sanitario, altro contatto del caso, che aveva riferito sintomi ma era risultato negativo al test dell'influenza, ora l'attenzione si concentra su un secondo operatore sanitario: anche questo contatto del paziente aveva riportato lievi sintomi respiratori e non era stato testato perché il tutto si era risolto prima dell'inizio delle indagini. A questo secondo operatore sanitario verrà offerto il test sierologico.

"Lo sviluppo simultaneo di sintomi in due persone non supporta la diffusione da persona a persona - ribadiscono i Cdc nell'ultimo aggiornamento - ma suggerisce un'esposizione comune". Intanto, "non vi è stato alcun segno di attività influenzale insolita nelle persone, incluso nel Missouri". Però l'attenzione degli scienziati è alta, e come riporta 'Nature', tutti gli occhi sono puntati sul Missouri. I ricercatori attendono con ansia i dati provenienti dallo stato del Midwest perché potrebbero rivelare se l'attuale epidemia di influenza aviaria negli Stati Uniti nei bovini da latte ha raggiunto un temuto punto di svolta: l'emergere di un virus in grado di diffondersi da uomo a uomo. Finora i dati sul caso sono pochi e frammentati. A inizio settimana, il Dipartimento della salute e dei servizi per gli anziani del Missouri ha raccolto campioni di sangue sia dal paziente al centro delle indagini, sia dal suo contatto domestico che si è ammalato lo stesso giorno (entrambi sono guariti). I campioni sono stati inviati ai Cdc per i test sierologici per la ricerca degli anticorpi. Ad aumentare le preoccupazioni è il fatto che nessuna azienda lattiero-casearia del Missouri ha segnalato un'epidemia di aviaria. "Il timore è che il virus si stia diffondendo nella comunità a bassi livelli", afferma Scott Hensley, immunologo dell'University of Pennsylvania Perelman School of Medicine di Philadelphia. "Non ci sono dati che suggeriscano che sia così, ma questa è la paura". Ma non è l'unica possibilità, avverte Jürgen Richt, virologo veterinario alla Kansas State University di Manhattan. "È un caso misterioso", dice. "Quindi bisogna allargare un po' la rete. Forse hanno pulito una mangiatoia per uccelli in casa. Sono andati a una fiera statale? Che tipo di cibo hanno consumato?". Aspetti su cui indagare ancora.

Anche il risultato negativo del test dell'operatore sanitario individuato come contatto è incoraggiante, ma non definitivo, puntualizza Hensley, perché il campione potrebbe essere stato raccolto quando i livelli virali erano troppo bassi per essere rilevati. Per questo c'è tanta attesa sull'esame con cui si cercheranno gli anticorpi per H5N1. Tali anticorpi, fanno presente gli esperti, in particolare nei due contatti, sarebbero la prova definitiva di un'infezione passata. Un'altra sfida per gli scienziati sono i dati frammentari della sequenza genomica ottenuta dai campioni di virus della persona ricoverata in ospedale. Anche su questo c'è attenzione perché potrebbe fornire segni di un eventuale adattamento del virus agli ospiti umani. Per Hensley, ad esempio, un piccolo cambiamento sospetto potrebbe esserci. La ricerca di maggiori informazioni continua, mentre gli esperti fanno presente anche che i test sui bovini vanno migliorati. In attesa che si chiarisca il quadro però, lo stesso Hensley mette in guardia dagli allarmi immotivati. Nessuna possibilità è stata al momento esclusa. E potrebbe anche "trattarsi di un caso isolato e non del segnale di qualcosa di più grande", conclude.

Per maggiori informazioni:
Influenza aviaria, primo caso Usa non esposto ad animali. Gli aggiornamenti Cdc

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