Un recente studio pubblicato sulla rivista NEJM Evidence ha messo a confronto l'efficacia del trattamento chirurgico rispetto a quello non operatorio per le tendinopatie prossimali dei muscoli ischiocrurali. Questo studio, coordinato da Elsa Pihl del Karolinska Institutet di Stoccolma, rappresenta uno dei primi tentativi di esaminare rigorosamente questa tematica tramite un trial randomizzato. Secondo Pihl e colleghi il trattamento non operatorio non è inferiore a quello chirurgico in termini di funzionalità a lungo termine misurata con il Perth Hamstring Assessment Tool (PHAT). Questo è un risultato rilevante per la pratica clinica, poiché suggerisce che molti pazienti possono evitare i rischi associati alla chirurgia senza compromettere il recupero funzionale.
Lo studio ha coinvolto 216 pazienti tra i 30 e i 70 anni, reclutati in 10 centri in Svezia e Norvegia. Di questi, 119 pazienti sono stati assegnati in modo casuale al gruppo di trattamento chirurgico o non chirurgico, mentre 97 pazienti che hanno scelto il proprio trattamento sono stati coinvolti in un'analisi osservazionale parallela. L'endpoint primario era il punteggio PHAT a due anni dal trattamento, con un margine di non inferiorità fissato a 10 punti. I risultati hanno mostrato un punteggio medio PHAT di 79,9 per il gruppo chirurgico e 78,5 per quello non chirurgico, con una differenza media di 1,2 punti. Anche le analisi secondarie, tra cui il Lower Extremity Functional Scale (LEFS), non hanno evidenziato differenze significative tra i due gruppi.
Nel dettaglio, 57% dei pazienti trattati chirurgicamente è riuscito a tornare completamente allo sport, rispetto al 40% del gruppo non operativo. Tuttavia, il trattamento chirurgico ha comportato un numero maggiore di eventi avversi (9 vs. 3), tra cui infezioni e trombosi venose profonde.
L'editoriale di accompagnamento affidato a Maegan Shields e Tim Dwyer sottolinea come “molti pazienti con avulsioni prossimali dei muscoli ischiocrurali possono e devono essere gestiti adeguatamente con il trattamento non operatorio, ma coloro che desiderano tornare a praticare sport attivi potrebbero considerare la riparazione chirurgica”.
NEJM Evid 2024. Doi: 10.1056/EVIDoa24000566
NEJM Evid 2024. Doi: 10.1056/EVIDe2400211