Il virus dell'influenza aviaria "non ha acquisito mutazioni che facilitano la trasmissione tra gli esseri umani". Sulla base delle informazioni disponibili, l'Organizzazione mondiale della sanità "valuta basso il rischio per la salute pubblica rappresentato da questo virus per la popolazione generale. Per le persone professionalmente esposte, il rischio di infezione è considerato da basso a basso-moderato", spiega l'Oms facendo il punto dopo il caso negli Stati Uniti.
Il primo aprile l'Organizzazione mondiale della sanità è stata infatti "informata di un caso confermato in laboratorio di infezione umana da virus dell'influenza A H5N1 dal National Ihr Focal Point dell'Ihr degli Stati Uniti d'America. Il paziente ha sviluppato sintomi il 27 marzo - ricostruisce l'Oms - e aveva una storia di esposizione a bovini da latte (mucche) presumibilmente infetti dal virus dell'influenza A H5N1. Si tratta della prima infezione umana da questo acquisita dal contatto con bovini infetti e del secondo caso umano confermato di virus influenzale A H5N1 rilevato nel Paese. Non sono stati identificati ulteriori casi associati di infezione umana" con influenza aviaria.