Uno studio svedese su quasi 3 milioni di donne pubblicato sul
BMJ ha affermato che non vi sono prove di un aumento del rischio di cambiamenti mestruali dopo la vaccinazione anti Covid-19.
A seguito della vaccinazione anti Covid molte donne hanno riferito alterazioni nel loro ciclo mestruale, intese come numero di giorni di sanguinamento e abbondanza del flusso. Le autosegnalazioni, nonostante siano utili per portare alla luce eventi potenzialmente rilevanti per le donne interessate, potrebbero non essere sufficientemente affidabili per stabilire un'associazione certa.
Per affrontare questo problema, i ricercatori svedesi hanno attinto a dati del registro sanitario verificato per valutare i rischi di disturbi mestruali e sanguinamento dopo la vaccinazione Covid-19 in 2.946.448 donne di età compresa tra 12 e 74 anni da dicembre 2020 a febbraio 2022.
Le donne coinvolte sono entrate in contatto con l'assistenza sanitaria per visite di assistenza primaria, visite specialistiche ambulatoriali e degenza ospedaliera relativi a disturbi mestruali o sanguinamenti, sia prima sia dopo la menopausa. Dallo studio sono state invece escluse le donne in gravidanza, quelle che vivono in case di cura o che presentano una storia di disturbi mestruali o emorragici, cancro al seno, cancro agli organi genitali femminili o che hanno subito un'isterectomia tra il 1° gennaio 2015 e il 26 dicembre 2020.
Nell'analisi, più di 2,5 milioni (88%) di donne hanno ricevuto almeno una vaccinazione covid-19 e oltre 1,6 milioni (64%) di donne vaccinate hanno ricevuto tre dosi durante il periodo di studio. I rischi sono stati valutati in base al vaccino somministrato (Pfizer-BioNTech, Moderna o Oxford-AstraZeneca) e al numero di dosi in due finestre temporali differenti (1-7 giorni, considerato il periodo di controllo, e 8-90 giorni).
I maggiori rischi di sanguinamento nelle donne in postmenopausa sono stati osservati dopo la terza dose nella finestra di rischio di 1-7 giorni (28%) e nella finestra di rischio di 8-90 giorni (25%). Per le alterazioni mestruali nelle donne in premenopausa, l'aggiustamento per i diversi fattori ha eliminato quasi completamente le deboli associazioni osservate nelle analisi grezze, suggerendo che un effetto causale è altamente improbabile.
Come sottolineato dagli autori, si tratta di risultati osservazionali che, pur essendo il più grande studio mai effettuato, ha diverse limitazioni, tra cui il fatto che il tempo trascorso tra l'insorgenza, l'inizio dei sintomi e la data di contatto con l'assistenza sanitaria potrebbe essere considerevole, rendendo difficile l'interpretazione dell'effetto delle diverse finestre temporali. In quanto tali, gli autori dicono: "Abbiamo osservato associazioni deboli e incoerenti tra vaccinazione SARS-CoV-2 e contatti sanitari per sanguinamento postmenopausale, e ancora meno coerenti per disturbi mestruali e sanguinamento premestruale". Aggiungendo che: "Questi risultati non forniscono alcun supporto sostanziale ad un'associazione causale tra la vaccinazione SARS-CoV-2 e i disturbi mestruali o emorragici".