
Si apre oggi a Milano (per concludersi domani) la nona edizione del Congresso internazionale Amit (Argomenti in Malattie Infettive e Tropicali)) il cui obiettivo fondamentale, spiega
Marco Tinelli, co-presidente del congresso insieme ad
Antonella Castagna, «è quello di rendere il più possibile aggiornati prima di tutto gli operatori sanitari della materia, quindi specialisti in malattie infettive, ma anche clinici di altre specialità mediche che operano in questo campo, quindi nella gestione delle infezioni e della terapia antibiotica.
In tutte le edizioni» specifica il professore «abbiamo sempre voluto invitare i più grandi specialisti a livello mondiale delle varie materie in cui si articola il grande tema delle malattie infettive». Tra i temi di spicco in questa edizione è quello dello 'spillover' o del salto di specie, che ha portato all'emersione di nuovi agenti patogeni come il Sars-CoV-2 e il Poxvirus, causa rispettivamente del Covid-19 e del vaiolo delle scimmie. «Anche se non troppo noti, si è trattato di eventi attesi» afferma Tinelli. «Nel senso che ormai da molti anni i cambiamenti climatici e ambientali, con l'antropizzazione che si è verificata a livello globale e quindi la deforestazione che ha avvicinato molto all'uomo anche molti animali che prima rimanevano confinati all'interno delle foreste e della giungla, soprattutto in certi paesi dove c'è abitudine di avere vicinanza con animali oltre che di venderli vivi nei mercati (per esempio in Cina), ebbene la concomitanza di tutti questi fattori e la stretta vicinanza tra animale e uomo può determinare - come è accaduto - il salto di specie cioè il passaggio di un'infezione animale a un'infezione umana, prima localizzata all'unico uomo che ha contratto questa infezione, per poi iniziare a contagiare uomo a uomo. Questo fenomeno dello 'spillover' si teme molto che si ripeterà. Ora» prosegue Tinelli «abbiamo avuto questa drammatica esperienza a livello planetario del Covid ma in realtà è possibile che in futuro possano esserci altri problemi, considerando che sono 8 miliardi le persone che vivono sul pianeta e che l'interscambio di persone ma anche di patologie infettive è molto più facile rispetto al passato». Eppure, il coronavirus, di cui esistono 7 tipi di tre dei quali danno patologie all'uomo, pur essendo conosciuto, con epidemie già avvenute nel 2003 e nel 2006, ha colto relativamente impreparati gli specialisti per la sua capacità di contagiare altre persone con un tasso di diffusibilità estremamente elevato. «Non dobbiamo più incorrere in questi errori» afferma Tinelli «quindi prepariamo a questo punto una serie di alert e anche dei piani non solo per i virus ma anche rispetto ai microrganismi multiresistenti agli antibiotici. Il Covid ha distratto l'attenzione da questa pandemia silenziosa: in Italia ci sono 19 decessi ogni 100.000 abitanti attribuibili a infezioni da microrganismi resistenti, rispetto all'Olanda che ne ha 2 ogni 100.000 abitanti. Quindi questo è un problema molto serio. Va precisato che in Italia è già operativo da febbraio il piano nazionale di controllo dell'anti-microbicoresistenza (PNCAR) che è stato approvato dal Ministero e dalla Conferenza Stato-Regioni e quindi è operativo; a questo punto le Regioni lo devono recepire e rendere operativo anche a livello territoriale». Il piano, ricorda il presidente Amit, si basa su un architrave fondamentale definita 'one-health' cioè salute globale o ambientale, costituita da tre componenti: prevenzione, sorveglianza e gestione del buon uso degli antibiotici a tutti i livelli (quello zootecnico, per limitarne l'eccessivo uso negli allevamenti, con elevata presenza di batteri nelle acque reflue e nelle falde acquifere, ma anche in medicina per l'uso inappropriato di antibiotici che inducono la selezione di ceppi multiresistenti). Riguardo allo sviluppo di nuove risorse, «negli ultimi 4-5 anni abbiamo avuto già almeno 6 o 7 nuovi antibiotici che però, se non vengono utilizzati molto bene - essendo considerati salvavita in quanto consentono di trattare batteri che sono diventati resistenti praticamente a tutto - purtroppo possono far emergere alcune ulteriori resistenze, cosa già avvenuta per alcuni». Ci sono poi altre sostanze antimicrobiche, per esempio le microcine, sostanze derivate dai ribosomi, che ripristinano la ricca flora batterica intestinale che risulta alterata dall'uso inappropriato degli antibiotici o anche in pazienti molto fragili o immunocompromessi trattati con antineoplastici, spiega Tinelli. «Queste sostanze sono in grado di gestire il microbioma intestinale e anche di combattere contro una colonizzazione molto pericolosa di germi multiresistenti». Infine, il presidente Amit accenna ad alcune terapie un po' più 'futuribili' ma già approvate in vari modelli animali, «come la terapia genica grazie alla quale sarà possibile rafforzare le difese immunitarie e metterle in grado di combattere anche virus molto pericolosi». Oltre ai contenuti scientifici, Tinelli infine ci tiene a ricordare alcune caratteristiche innovative del congresso: «vi è una grande partecipazione di giovani colleghi (circa 250) - in presenza o da remoto - che abbiamo inteso favorire attraverso un'iscrizione gratuita».
Arturo Zenorini
Programma del 9° Congresso Amit:
https://amit-italia.it/