L'Istituto superiore di Sanità difende il proprio vertice dall'accusa di truffa nei confronti del presidente Silvio Brusaferro per la vicenda dei cosiddetti 'tamponi d'oro', test da 3 euro che, secondo l'accusa stralciata a Bergamo e trasmessa a Roma per competenza, erano costati circa 750 l'uno.
L'Istituto ha fatto sapere di non avere "mai chiesto" questa cifra e "di non avere mai ricevuto la somma prevista dall'articolo 6 dell'Ordinanze OCBPC n 640/2020, prevista tra l'altro anche per coprire i costi della sorveglianza". Nella prima fase l'Istituto "con proprie risorse ordinarie ha processato oltre 5.000 campioni di cui 3.000 provenienti dalla sola Lombardia e non gli 800 di cui si parla" nelle notizie uscite riguardo le indagini. L'istituto ha anche voluto precisare che "i costi effettivamente sostenuti nella prima fase della pandemia comprendono materiali per l'esecuzione dei test, dispositivi di protezione individuale per il personale addetto, materiale monouso e potenziamento dei macchinari" e che in una prima fase della pandemia non esistevano test commerciali e venivano quindi realizzati con protocolli in house sviluppati in aderenza a quelli previsti dall'OMS.
Fuori dall'inchiesta arrivano invece i calcoli di
Giovanni Sebastiani, dell'istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone', del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). L'attuazione di una zona rossa nella provincia di Bergamo avrebbe ridotto, dal primo marzo al 30 aprile 2020, il numero di decessi di circa 4.500 unità, indicano le analisi a posteriori dei dati dell'epidemia di Covid-19 in quel periodo di tempo. Una cifra che si avvicina fortemente ai 4 mila morti evitabili calcolati nella perizia di Crisanti. Dopo la lettera sottoscritta solo pochi giorni fa dai 37 direttori dei dipartimenti dell'Istituto Superiore di Sanità, oggi è arrivato anche dal neo Cda dell'Istituto un documento di sostegno nei confronti del presidente Giuseppe Brusaferro. Francesca Cirulli, Claudio Borghi, Luigi Genesio Icardi e Giovanni Zotta, componenti del nuovo Consiglio di amministrazione insediato lo scorso febbraio esprimono il pieno sostegno umano e professionale al presidente. "Questo perché sin da prima del nostro ingresso in Istituto, in tutte le occasioni in cui ti abbiamo incontrato, abbiamo potuto apprezzare, che il rigore scientifico e l'onestà, sono state le caratteristiche che ti hanno sempre contraddistinto. Siamo certi che la vicenda giudiziaria che ti ha coinvolto renderà giustizia alla correttezza del tuo operato e anche alla generosità con cui in quei mesi ti sei adoperato, lontano dalla tua famiglia, e incondizionatamente, per il nostro Paese. Abbiamo potuto, inoltre, apprezzare nella nostra prima e unica riunione la visione scaturita dal programma di attività che ci hai presentato per i prossimi tre anni e che testimonia la capacità di immaginare un istituto al fianco della sanità pubblica, diverso da quello prepandemico, forte e incisivo nelle strategie di tutela della salute di tutti. Siamo quindi onorati di far parte di questo progetto e ci auguriamo di poterlo realizzare insieme, ringraziandoti di averlo maturato in tempi così difficili con il contributo di tutto l'istituto. Infine, ci fa piacere ricordare una frase di Seneca, 'è nella tempesta che conosciamo il navigatore'".