Vaccini Covid, dosi somministrate in Ue ed effetti collaterali. Il report Ema
Più di 868 milioni di dosi di vaccini anti Covid sono state somministrate nell'Ue e nello Spazio economico europeo (See), fino all'inizio di aprile 2022. La stragrande maggioranza degli effetti collaterali noti dei vaccini Covid-19 si confermano essere "lievi e di breve durata" mentre "gravi problemi di sicurezza sono estremamente rari". Lo conferma il nuovo report "Covid-19 vaccines safety update" dell'Agenzia Europea dei medicinali (Ema) pubblicato il 13 aprile, che raccomanda anche un aggiornamento nelle informazioni del prodotto per i vaccini Janssen e Spikevax.
L'Ema, si legge, "monitora con estrema attenzione la sicurezza dei vaccini e ciò consente di rilevare eventuali effetti collaterali rari che possono emergere una volta che molti milioni di persone vengono vaccinate". Ma "il fatto che qualcuno abbia avuto un problema medico o sia morto dopo la vaccinazione non significa necessariamente che ciò sia stato causato dal vaccino". Questi i dati del nuovo report, aggiornati al 3 aprile: sono state somministrate finora circa 625 milioni di dosi di Comirnaty (Pfizer-Biontech) e 699.605 sono stati gli effetti collaterali sospetti segnalati; le dosi di Vaxzevria (Astrazeneca) sono state 69 milioni e 699.605 gli effetti collaterali sospetti; le dosi di Spikevax (Moderna) sono state 155 milioni e 193.037 segnalazioni di effetti collaterali; le dosi di Janssen sono state 19,3 milioni e 45.947 segnalazioni. Per quanto riguarda l'ultimo autorizzato Nuvaxovid (Novavax), le dosi sono state 149.000 e 170 gli effetti collaterali segnalati. Per quanto riguarda Janssen, il Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (Prac) dell'Ema raccomanda di aggiornare le informazioni sul prodotto per includere la vasculite cutanea dei piccoli vasi (infiammazione dei vasi sanguigni nella pelle) come nuovo effetto collaterale. Mentre per Spikevax raccomanda di aggiornare le informazioni sul prodotto con un'avvertenza su possibili riacutizzazioni della sindrome da perdita capillare, in pazienti che hanno già avuto questa condizione estremamente rara.
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