In uno studio pubblicato su Health Economics,
Claudio Deiana dell'Università di Cagliari e il suo gruppo di lavoro analizzano l'effetto della sospensione temporanea dell'inoculazione di vaccino Vaxzevria (AstraZeneca) in Italia nel marzo 2021 sulla propensione delle persone a vaccinarsi.
«La letteratura spiega la decisione di vaccinarsi come una scelta razionale tra il rischio di contrarre la malattia e quello di subire gli effetti collaterali del vaccino. La percezione da parte del pubblico di questi due rischi gioca un ruolo cruciale nel successo di una campagna di immunizzazione» spiegano gli autori.
All'inizio della campagna vaccinale, nel marzo 2021, le autorità sanitarie italiane hanno sospeso per quattro giorni il vaccino Vaxzevria a causa di segnalazioni di trombocitopenia. I ricercatori hanno utilizzato questo scenario per eseguire un'analisi dei fattori che determinano l'esitazione del vaccino e quantificare il calo delle vaccinazioni con Vaxzevria dopo il ripristino della campagna.
Secondo gli esperti, l'interruzione delle vaccinazioni con Vaxzevria ha aumentato l'incertezza sugli effetti collaterali, attirando l'attenzione del pubblico sugli eventi avversi del vaccino e gonfiando il rischio percepito nella popolazione.
In effetti, prima della sospensione l'andamento della vaccinazione con Vaxzevria era simile a quello del vaccino Pfizer-Biontech, ma dopo la sospensione, le strade dei due vaccini hanno iniziato a divergere, con una diminuzione giornaliera di inoculazioni di Vaxzevria di quasi 60 dosi ogni 100.000 abitanti per le tre settimane successive. Il tasso di vaccinazione risultante è stato del 60% inferiore al valore che sarebbe derivato dal modello precedente alla sospensione del vaccino.
L'analisi dei dati ha mostrato inoltre che il rallentamento è stato più debole e meno persistente nelle regioni con una maggiore penetrazione di COVID-19, e più stabile e più pronunciato nelle regioni che mostravano una maggiore attenzione agli effetti collaterali dei vaccini, come rilevato tramite le ricerche su Google.
Secondo i ricercatori, i loro risultati documentano il rallentamento della campagna di immunizzazione sulla scia della sospensione del vaccino Vaxzevria. «I nostri risultati supportano l'opinione che la decisione di sottoporsi al vaccino derivi da una scelta razionale che valuta i due rischi alternativi di contrarre la malattia o di incorrere in effetti collaterali del vaccino. L'analisi dei dati indica la possibilità che la sospensione di Vaxzevria abbia alterato involontariamente l'equilibrio tra i due rischi percepiti per molte persone, rendendole riluttanti a vaccinarsi» spiegano gli autori.
Il fatto che la vaccinazione con Vaxzevria sia maggiormente calata nelle regioni con maggiore attenzione agli eventi avversi dopo la ripresa delle vaccinazioni suggerisce che la sospensione potrebbe aver gonfiato il rischio di effetti collaterali del vaccino, nonostante le autorità sanitarie abbiano ripetutamente rassicurato il pubblico sulla sicurezza del vaccino dopo la ripresa della campagna. D'altra parte, il divario tra le regioni si è ridotto con la gravità dell'epidemia, indicando che la penetrazione della malattia potrebbe aver scoraggiato l'esitazione.
«Complessivamente, i nostri risultati riaffermano l'importanza di fornire informazioni istituzionali accurate sull'incidenza relativa dei rischi alternativi che gli individui valutano quando decidono razionalmente se vaccinarsi» concludono i ricercatori.
Health Economics 2022. Doi: 10.1002/hec.4506
http://doi.org/10.1002/hec.4506