
Sono tre le
varianti che dagli ultimi mesi del 2020 l'Iss sta monitorando con particolare attenzione: quella inglese, quella brasiliana e quella sudafricana. Mutazioni che stanno subendo un'impennata di casi nel nostro Paese. Tra le più colpite ci sono: il Molise con 144 nuovi casi in 24 ore, la Liguria in cui sono stati accertati una decina di casi di varianti inglesi, l'Umbria già nelle scorse settimane sono stati individuati 18 casi di variante inglese del virus Sars-Cov-2 e 12 di quella brasiliana, un numero che potrebbe comunque salire dopo i risultati delle analisi di altri campioni. Intanto però le varianti, che sono pericolose per la loro maggiore contagiosità, stanno mutando a loro volta. Ci sarebbe già una doppia variante brasiliana, l'istituto di ricerca brasiliano Adolfo Lutz ha confermato la scoperta di un'ulteriore variante di coronavirus in Brasile battezzata P2 e diversa da quella scoperta nella regione amazzonica (P1), a Manchester gli scienziati avrebbero identificato una mutazione di quella inglese.
Anche i ricercatori dell'università Statale di Milano hanno identificato una nuova mutazione, che potrebbe avere conseguenze sulla diffusione del virus nell'organismo umano e sulla sua evoluzione clinica, ma che non sembra avere effetto sull'efficacia dei vaccini. Per questo, avverte
Massimo Galli, direttore Malattie infettive Ospedale Sacco di Milano, bisogna intercettare le mutazioni prima ancora che si crei un focolaio, facendo una mappatura efficace attraverso un «sistema sentinella». La corsa delle varianti del virus Sars-Cov2 fa crescere anche le preoccupazioni rispetto all'efficacia dei vaccini in uso. Per quello Oxford-AstraZeneca sembrerebbero però fugati i timori di un'efficacia di appena il 10% contro la variante sudafricana emersi da alcuni studi preliminari: l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) si è infatti detta «ottimista» che il farmaco funzioni. Al contempo, i governi alzano la guardia, a partire dalla Gran Bretagna che ha attuato una stretta sugli ingressi ed i viaggi. Il vaccino AstraZeneca «ha avuto un impatto significativo sulle forme più gravi» di nuovo coronavirus, inclusa la variante sudafricana, ha spiegato il capo vaccini dell'Oms
Kate O'Brien, dicendosi appunto «ottimista» sulla possibilità di «procedere con l'uso del vaccino anche in luoghi in cui circolano le varianti», mentre entro la fine della settimana si attendono i risultati definitivi della valutazione del Comitato di esperti dell'agenzia dell'Onu sul prodotto AstraZeneca.
Il Sudafrica ha nel frattempo bloccato le immunizzazioni con questo vaccino, ma per il direttore dell'emergenze dell'Oms
Mike Ryan, in questo momento è vitale utilizzare gli strumenti a nostra disposizione per salvare vite. Netto il giudizio del viceministro della Salute
Pierpaolo Sileri: «La mia personale opinione è che il blocco tra le regioni dovrebbe essere mantenuto per altre due settimane, perché' con le varianti in circolazione il rischio è troppo alto». L'Istituto superiore di sanità in collaborazione con tutte le Regioni e province autonome, nel frattempo, ha dato il via ad un'indagine rapida per la valutazione della prevalenza della variante VOC 202012/01 (cosiddetta variante inglese) in Italia e stabilire una prima mappatura del grado di diffusione. Nella circolare diffusa dal Ministero della Salute viene indicato che l'obiettivo è identificare, tra i campioni con risultato positivo per Sars-CoV-2 possibili casi di infezione con la variante, e fornire i dati di prevalenza per eventuali misure.
Dall'Istituto superiore di sanità arriva invece la precisazione, in una faq, che al momento «non sembra che la variante inglese abbia come target specifico i bambini, ovvero non li infetta in maniera particolare». La situazione si aggrava anche in Italia. La variante brasiliana «rischia di diventare il nuovo mostro di questa crisi in tutta Italia. Lo dico con la preoccupazione per l'Umbria e per il Paese», ha sottolineato la presidente della Regione
Donatella Tesei, affermando che si susseguono notizie di nuovi focolai all'ospedale Sant'Orsola di Bologna, nelle Marche in Abruzzo, Molise, Toscana, a Messina e in Alto Adige.
Intanto, la variante inglese rappresenta il 37,7% dei casi positivi di coronavirus nell'Ile-de-France, la regione di Parigi: è quanto sostiene la direttrice del laboratorio Bigroup di Neuilly-sur-Seine,
Caroline Gutsmuth, citando uno studio realizzato su 7.000 test. Un dato al momento assolutamente non ufficiale. Secondo l'ultimo dato fornito dalle autorità francesi, la quota delle varianti è al 14% del totale dei casi riscontrati in Francia. «Purtroppo - dice Caroline Gutsmuth - 37%, è l'evoluzione prevista da diverse persone. A inizio marzo, penso che sarà il ceppo maggioritario in Francia. Va velocissimo». Anche l'Italia non se la passa benissimo, infatti, l'epidemia comincia a dare i primi segnali di un peggioramento perché, al di là dell'aggiornamento quotidiano dei numeri, le analisi settimanali indicano che, se la situazione è tornata ai livelli di ottobre grazie alle misure di contenimento, la sua evoluzione «è in chiaro peggioramento» e secondo gli esperti richiederebbe misure di contenimento più severe.
Anna Capasso