mag52023
Intelligenza artificiale in medicina, ecco i limiti nelle risposte ai pazienti
Il bot di intelligenza artificiale ChatGPT può non solo rispondere alle domande quotidiane dei pazienti, ma addirittura farlo meglio dei medici, almeno per qualità della risposta ed empatia, secondo i risultati di uno studio pubblicato su JAMA Internal Medicine.
«Ci sono molte persone che fanno domande ai medici che a volte non ricevono risposta oppure ottengono risposte sbagliate. Cosa possiamo fare per aiutarle? Penso che la messaggistica assistita dall'intelligenza artificiale potrebbe essere un punto di svolta per la salute pubblica» spiega
John Ayers, del Qualcomm Institute presso l'Università della California San Diego a La Jolla, USA, autore principale dello studio.
I ricercatori hanno selezionato casualmente 195 scambi di opinioni dal forum Reddit r/AskDocs nell'ottobre 2022, in cui medici hanno risposto a domande pubbliche. Gli esperti hanno quindi inserito ogni domanda in una sessione di ChatGPT 3.5 alla fine di dicembre dello stesso anno. Ogni serie di domande e risposte è stata valutata da tre medici, a cui è stato chiesto di scegliere quale risposta fosse migliore e di giudicare la qualità delle informazioni fornite, nonché l'empatia. Le risposte medie dei medici erano significativamente più brevi delle risposte del bot (52 parole rispetto a 211 parole).
Ebbene, su 195 scambi, i valutatori hanno preferito le risposte di ChatGPT a quelle dei medici nel 78,6% dei casi. Alle risposte del bot è stata assegnata una valutazione di qualità significativamente più alta rispetto alle risposte dei medici, tanto che la percentuale di risposte valutate come di qualità buona o molto buona è stata più alta per ChatGPT (78,5%) rispetto ai medici (22,1%).
Inoltre, le risposte di
ChatGPT sono state valutate come significativamente più empatiche rispetto alle risposte dei medici, e anche in questo caso la percentuale di risposte classificate come empatiche o molto empatiche è stata più elevata per ChatGPT (45,1%) che per i medici (4,6%).
Gli esperti pensano che ChatGPT potrebbe aiutare ad alleggerire l'onere di rispondere ai messaggi dei pazienti, che danno un contributo ben documentato al burnout dei medici.
In un commento correlato,
Ron Li,
Andre Kumar e
Jonathan Chen, della Stanford University School of Medicine di Palo Alto, USA, spiegano che i medici possono iniziare a implementare la tecnologia nella pratica clinica, e usarla per semplificare le attività basate sul testo o migliorare la formazione in medicina, ma avvertono che i modelli di intelligenza artificiale potrebbero risvegliare i pregiudizi e produrre altri danni.«La medicina è molto più che elaborare informazioni e associare parole a concetti; è attribuire un significato a quei concetti mentre ci si connette con i pazienti come un partner fidato per costruire vite più sane»sottolineano gli esperti.
In un altro articolo di accompagnamento,
Teva Brender, della University of California San Francisco School of Medicine (Stati Uniti), scrive che la promessa dell'intelligenza artificiale di alleggerire il carico di documentazione e altri compiti comuni, spesso ripetitivi, dovrebbe essere pesata rispetto ai potenziali danni, come l'inasprimento di pregiudizi esistenti.«I medici dovranno imparare come integrare questi strumenti nella pratica clinica, definendo confini chiari rispetto all'autonomia dell'intelligenza artificiale. Comunque, sono cautamente ottimista riguardo a un futuro di migliore efficienza del sistema sanitario, migliori risultati per i pazienti e riduzione del burnout con l'aiuto di queste tecnologie»conclude il ricercatore.
JAMA Internal Medicine 2023. Doi: 10.1001/jamainternmed.2023.
1838
http://doi.org/10.1001/jamainternmed.2023.1838
JAMA Internal Medicine 2023. Doi: 10.1001/jamainternmed.2023.1835
http://doi.org/10.1001/jamainternmed.2023.183
JAMA Internal Medicine2023. Doi: 10.1001/jamainternmed.2023.1832
http://doi.org/10.1001/jamainternmed.2023.1832